Durante il lockdown, la sospensione delle attività ambulatoriali ha rappresentato per molti malati cronici un problema particolarmente serio, cui si è ovviato - laddove possibile - con la «medicina a distanza»: consulenze telefoniche, ma anche vere e proprie visite, come accaduto per i pazienti parklinsoniani all'Istituto neurologico «Besta» Milano. A sorpresa, nell'esperienza condotta nell'istituto milanese solo l'8% dei pazienti ha avuto inizialmente qualche problema «tecnico» (connessione, dispositivi telematici). La stragrande maggioranza degli oltre cinquecento pazienti che hanno usufruito del servizio - il 78% - si è dichiarato pienamente soddisfatto. Un approccio come quello sperimentato nell'istituto milanese non può sostituire in toto la visita "in presenza", ma può aiutare.
Durante il lockdown, la sospensione delle attività ambulatoriali ha rappresentato per molti malati cronici un problema particolarmente serio, cui si è ovviato - laddove possibile - con la «medicina a distanza»: consulenze telefoniche, ma anche vere e proprie visite, come accaduto per i pazienti parklinsoniani all'Istituto neurologico «Besta» Milano. A sorpresa, nell'esperienza condotta nell'istituto milanese solo l'8% dei pazienti ha avuto inizialmente qualche problema «tecnico» (connessione, dispositivi telematici). La stragrande maggioranza degli oltre cinquecento pazienti che hanno usufruito del servizio - il 78% - si è dichiarato pienamente soddisfatto. Un approccio come quello sperimentato nell'istituto milanese non può sostituire in toto la visita "in presenza", ma può aiutare.