Nei giorni di record di afflussi al pronto soccorso, aumentati soprattutto a causa del picco di influenza, si riaccende la polemica sul ricorso improprio al servizio. Sul tema era recentemente intervenuto l'assessore al Welfare della Regione Gallera che, oltre a predisporre il potenziamento di posti letto nelle strutture pubbliche e private accreditate, invitava i medici di Medicina generale a una maggiore disponibilità alle visite a domicilio. Immediata la risposta dei medici di famiglia che, secondo la Federazione che li raggruppa, sopportano un carico medio di 60 contatti al giorno, 40 visite ambulatoriali e almeno 4 a domicilio (esclusi i pazienti seguiti per l'Assistenza domiciliare integrata o anziani con patologie gravi) e non riescono ad andare oltre. In questo contesto getta benzina sul fuoco Privato Fenaroli, direttore dell'Unità di Senologia del Papa Giovanni, che risponde a Gallera con una proposta che sta facendo discutere: "Accessi al pronto soccorso solo con un'impegnativa del medico di famiglia che richiede una valutazione urgente. In alternativa", dice Fenaroli, "il pagamento dell'intera prestazione". Fatta eccezione per incidenti stradali e infortuni sul lavoro, dovremmo quindi contattare il nostro medico che dovrebbe decidere se inviarci al pronto soccorso. Una rivoluzione, insomma, che - sono parole dello stesso Fenaroli - "inchioderebbe i medici di famiglia alle loro responsabilità". Sempre secondo il primario, andrebbero completamente rivisti orari degli ambulatori e regole della reperibilità. Proposta irricevibile per i colleghi di medicina generale, che in bergamasca sono sempre meno, e hanno un numero di assistiti superiore al tetto massimo. In attesa di ulteriori sviluppi, in molti hanno reagito sul sito web dell'Eco di Bergamo. Tra gli ultimi commenti pubblicati quello, sconsolato, di Marilena: "Cosa ne penso? Una settimana per avere l' appuntamento con il medico di base per l' impegnativa e nel frattempo saluto i familiari e faccio testamento".
Nei giorni di record di afflussi al pronto soccorso, aumentati soprattutto a causa del picco di influenza, si riaccende la polemica sul ricorso improprio al servizio. Sul tema era recentemente intervenuto l'assessore al Welfare della Regione Gallera che, oltre a predisporre il potenziamento di posti letto nelle strutture pubbliche e private accreditate, invitava i medici di Medicina generale a una maggiore disponibilità alle visite a domicilio. Immediata la risposta dei medici di famiglia che, secondo la Federazione che li raggruppa, sopportano un carico medio di 60 contatti al giorno, 40 visite ambulatoriali e almeno 4 a domicilio (esclusi i pazienti seguiti per l'Assistenza domiciliare integrata o anziani con patologie gravi) e non riescono ad andare oltre. In questo contesto getta benzina sul fuoco Privato Fenaroli, direttore dell'Unità di Senologia del Papa Giovanni, che risponde a Gallera con una proposta che sta facendo discutere: "Accessi al pronto soccorso solo con un'impegnativa del medico di famiglia che richiede una valutazione urgente. In alternativa", dice Fenaroli, "il pagamento dell'intera prestazione". Fatta eccezione per incidenti stradali e infortuni sul lavoro, dovremmo quindi contattare il nostro medico che dovrebbe decidere se inviarci al pronto soccorso. Una rivoluzione, insomma, che - sono parole dello stesso Fenaroli - "inchioderebbe i medici di famiglia alle loro responsabilità". Sempre secondo il primario, andrebbero completamente rivisti orari degli ambulatori e regole della reperibilità. Proposta irricevibile per i colleghi di medicina generale, che in bergamasca sono sempre meno, e hanno un numero di assistiti superiore al tetto massimo. In attesa di ulteriori sviluppi, in molti hanno reagito sul sito web dell'Eco di Bergamo. Tra gli ultimi commenti pubblicati quello, sconsolato, di Marilena: "Cosa ne penso? Una settimana per avere l' appuntamento con il medico di base per l' impegnativa e nel frattempo saluto i familiari e faccio testamento".