Una scoperta tutta bergamasca in grado di fornire un'arma in più nella lotta ai linfomi. Il gruppo di ricercatori del Centro di Terapia Cellulare "Lanzani" del "Papa Giovanni", diretto dalla dottoressa Josée Golay, ha scoperto la presenza su una certa categoria di globuli bianchi - i neutrofili - di una molecola capace di rendere le terapie più efficaci. Il risultato è giunto in maniera inaspettata. Nel corso dei loro studi, i ricercatori effettuano prelievi di sangue a volontari per studiare l'interazione tra il nostro sistema immunitario e le terapie. Normalmente si considera che una molecola chiamata CD16B abbia un ruolo nell'efficacia delle terapie, mentre non si tiene conto del ruolo che un'altra molecola, la CD16A, può giocare. La ricerca del gruppo bergamasco dimostra l' effetto importante che questa molecola può avere nella risposta del paziente a uno dei farmaci più utilizzati contro i linfomi. Il ruolo di questi recettori apre nuovi scenari non solo nel campo nella cura dei tumori del sangue, ma di tutte le patologie nelle quali il sistema immunitario gioca un ruolo fondamentale, ad esempio negli studi dedicati alle patologie autoimmuni. La scoperta è stata pubblicata su "Blood", rivista della Società Americana di Ematologia. Allo studio hanno lavorato, i ricercatori del Centro creato presso l'ospedale cittadino nel 2003 grazie all'associazione "Paolo Belli", e quelli dell la FROM, Fondazione per la Ricerca nata nel 2008.
Una scoperta tutta bergamasca in grado di fornire un'arma in più nella lotta ai linfomi. Il gruppo di ricercatori del Centro di Terapia Cellulare "Lanzani" del "Papa Giovanni", diretto dalla dottoressa Josée Golay, ha scoperto la presenza su una certa categoria di globuli bianchi - i neutrofili - di una molecola capace di rendere le terapie più efficaci. Il risultato è giunto in maniera inaspettata. Nel corso dei loro studi, i ricercatori effettuano prelievi di sangue a volontari per studiare l'interazione tra il nostro sistema immunitario e le terapie. Normalmente si considera che una molecola chiamata CD16B abbia un ruolo nell'efficacia delle terapie, mentre non si tiene conto del ruolo che un'altra molecola, la CD16A, può giocare. La ricerca del gruppo bergamasco dimostra l' effetto importante che questa molecola può avere nella risposta del paziente a uno dei farmaci più utilizzati contro i linfomi. Il ruolo di questi recettori apre nuovi scenari non solo nel campo nella cura dei tumori del sangue, ma di tutte le patologie nelle quali il sistema immunitario gioca un ruolo fondamentale, ad esempio negli studi dedicati alle patologie autoimmuni. La scoperta è stata pubblicata su "Blood", rivista della Società Americana di Ematologia. Allo studio hanno lavorato, i ricercatori del Centro creato presso l'ospedale cittadino nel 2003 grazie all'associazione "Paolo Belli", e quelli dell la FROM, Fondazione per la Ricerca nata nel 2008.