Una svolta cruciale nella cura del tumore al polmone, a tutt'oggi la prima causa di morte per cancro, capace di renderlo una malattia cronica, e come tale possibile da gestire. E' una possibilità già reale, grazie all'utilizzo dell'immunoterapia, la cui azione si distingue da chemio e radioterapia in quanto non ha come bersaglio il tumore, bensì il potenziamento del nostro sistema immunitario: fornisce, cioè, più armi all'esercito che deve annientare (o quantomeno tenere sotto controllo) il nemico. Una molecola sperimentata dal 2011 nei malati di questo tipo di tumore, che ogni anno colpisce in Italia oltre 40mila persone, si è dimostrata efficace nei pazienti che esprimono un particolare marcatore, e non erano ancora stati trattati con chemioterapia: la sopravvivenza a cinque anni è una realtà per quasi il 30% dei malati. L'obiettivo è utilizzare come prima scelta questo tipo di approccio, laddove è possibile, ora rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale.
Una svolta cruciale nella cura del tumore al polmone, a tutt'oggi la prima causa di morte per cancro, capace di renderlo una malattia cronica, e come tale possibile da gestire. E' una possibilità già reale, grazie all'utilizzo dell'immunoterapia, la cui azione si distingue da chemio e radioterapia in quanto non ha come bersaglio il tumore, bensì il potenziamento del nostro sistema immunitario: fornisce, cioè, più armi all'esercito che deve annientare (o quantomeno tenere sotto controllo) il nemico. Una molecola sperimentata dal 2011 nei malati di questo tipo di tumore, che ogni anno colpisce in Italia oltre 40mila persone, si è dimostrata efficace nei pazienti che esprimono un particolare marcatore, e non erano ancora stati trattati con chemioterapia: la sopravvivenza a cinque anni è una realtà per quasi il 30% dei malati. L'obiettivo è utilizzare come prima scelta questo tipo di approccio, laddove è possibile, ora rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale.