Lo scorso 29 dicembre è stato eseguito all'ospedale "Papa Giovanni" di Bergamo il primo trapianto combinato fegato-polmoni su una paziente in età pediatrica, caso unico in Italia. Già in passato interventi di questo tipo erano stati eseguiti su adulti: l'eccezionalità del caso sta proprio nell'età della giovanissima destinataria degli organi, una ragazza di 16 anni di Genova. Non solo: si è trattato del primo caso in cui si è fatto ricorso a una tecnica che simula, prima del trapianto, le condizioni in cui l'organo si trova normalmente a lavorare nel corpo umano. La paziente era affetta da fibrosi cistica, una patologia genetica, che nel 10% dei casi vede compromessa non solo la funzionalità dei polmoni, ma anche quella del fegato. Le condizioni della ragazza erano gravi al punto che la terapia farmacologica non era più sufficiente. L'équipe di Michele Colledan, direttore del Dipartimento Insufficienza d'organo e trapianti, quella di Pediatria guidata da Lorenzo D'Antiga e della Terapia intensiva pediatrica diretta da Ezio Bonanomi, hanno lavorato in sala operatoria per undici ore. Gli organi erano stati prelevati il giorno prima in un ospedale non lombardo. Le condizioni della ragazza sono giudicate molto buone dall'équipe del "Papa Giovanni", anche se l'attende un percorso di riabilitazione.
Lo scorso 29 dicembre è stato eseguito all'ospedale "Papa Giovanni" di Bergamo il primo trapianto combinato fegato-polmoni su una paziente in età pediatrica, caso unico in Italia. Già in passato interventi di questo tipo erano stati eseguiti su adulti: l'eccezionalità del caso sta proprio nell'età della giovanissima destinataria degli organi, una ragazza di 16 anni di Genova. Non solo: si è trattato del primo caso in cui si è fatto ricorso a una tecnica che simula, prima del trapianto, le condizioni in cui l'organo si trova normalmente a lavorare nel corpo umano. La paziente era affetta da fibrosi cistica, una patologia genetica, che nel 10% dei casi vede compromessa non solo la funzionalità dei polmoni, ma anche quella del fegato. Le condizioni della ragazza erano gravi al punto che la terapia farmacologica non era più sufficiente. L'équipe di Michele Colledan, direttore del Dipartimento Insufficienza d'organo e trapianti, quella di Pediatria guidata da Lorenzo D'Antiga e della Terapia intensiva pediatrica diretta da Ezio Bonanomi, hanno lavorato in sala operatoria per undici ore. Gli organi erano stati prelevati il giorno prima in un ospedale non lombardo. Le condizioni della ragazza sono giudicate molto buone dall'équipe del "Papa Giovanni", anche se l'attende un percorso di riabilitazione.