Finalmente qualcosa e soprattutto qualcuno si muove sul Ponte San Michele. L'area da Calusco e Paderno è stata cantierizzata, posizionati i sensori e soprattutto è arrivata l'attesa ruspa. E' il primo mezzo che transita sull'infrastruttura dopo la chiusura urgente e perentoria tra il 13 e il 14 di settembre scorsi. "Il ponte regge giusto il peso di se stesso" è stato detto più volte nei diversi incontri e vertici anche in Prefettura, giustificando così la scelta di Rfi di bloccare il transito non solo alle auto, mezzi pesanti e treni, ma anche ai ciclisti e pedoni. Ora vedere la ruspa fa pure una certa impressione, ma finalmente si sta mettendo mano all'opera in ferro ultracentenaria lunga 150 metri che fino a due mesi fa era percorsa giornalmente da 50mila persone che stanno subendo i tanti, troppi, disagi dalla chiusura. Per non parlare dei commercianti e degli imprenditori che si trovano isolati soprattutto sulla sponda bergamasca dell'Adda. Ed è proprio il lato orobico del ponte quello messo peggio stando ai rilievi fatti dai tecnici di Rfi. Elementi che presentano corrosioni diffuse e profonde, danni da urto , degradi che interessano diverse parti e che richiedono una sostituzione integrale. Condonando i giorni di sistemazione del cantiere e considerando dunque il 20 novembre l'avvio ufficiale ai lavori - seguendo le previsioni e le promesse - il 20 aprile 2019 il ponte dovrebbe esssere riaperto ai pedoni - sicuramente- e si spera anche ai ciclisti. Parte dunque il countdown: mancano soltanto 152 giorni.
Finalmente qualcosa e soprattutto qualcuno si muove sul Ponte San Michele. L'area da Calusco e Paderno è stata cantierizzata, posizionati i sensori e soprattutto è arrivata l'attesa ruspa. E' il primo mezzo che transita sull'infrastruttura dopo la chiusura urgente e perentoria tra il 13 e il 14 di settembre scorsi. "Il ponte regge giusto il peso di se stesso" è stato detto più volte nei diversi incontri e vertici anche in Prefettura, giustificando così la scelta di Rfi di bloccare il transito non solo alle auto, mezzi pesanti e treni, ma anche ai ciclisti e pedoni. Ora vedere la ruspa fa pure una certa impressione, ma finalmente si sta mettendo mano all'opera in ferro ultracentenaria lunga 150 metri che fino a due mesi fa era percorsa giornalmente da 50mila persone che stanno subendo i tanti, troppi, disagi dalla chiusura. Per non parlare dei commercianti e degli imprenditori che si trovano isolati soprattutto sulla sponda bergamasca dell'Adda. Ed è proprio il lato orobico del ponte quello messo peggio stando ai rilievi fatti dai tecnici di Rfi. Elementi che presentano corrosioni diffuse e profonde, danni da urto , degradi che interessano diverse parti e che richiedono una sostituzione integrale. Condonando i giorni di sistemazione del cantiere e considerando dunque il 20 novembre l'avvio ufficiale ai lavori - seguendo le previsioni e le promesse - il 20 aprile 2019 il ponte dovrebbe esssere riaperto ai pedoni - sicuramente- e si spera anche ai ciclisti. Parte dunque il countdown: mancano soltanto 152 giorni.