Volevano risparmiare 30 euro, ora temono di doverne sborsare decine di migliaia. Storia Kafkiana ma in fin dei conti già sentita, quando soprattutto le azioni sono intraprese più per principio che per convenienza e si finisce per fare autogol. La storia è vecchia. Dal 2011 quasi un migliaio di bergamaschi ha impugnato il contributo per il Consorzio di bonifica ritenendolo illegittimo. Dalla Commissione tributaria provinciale iniziano ad arrivare i ricorsi. I primi vengono accolti, e dunque dal 2013 si avviano i ricorsi collettivi per un totale di quasi mille aderenti. A tutti va male, perché la Commissione tributaria provinciale respinge il ricorso, ma, danno e beffa, chiede il pagamento delle spese «processuali». In totale in Bergamasca si «chiede» una somma vicina ai 200 mila euro.
Volevano risparmiare 30 euro, ora temono di doverne sborsare decine di migliaia. Storia Kafkiana ma in fin dei conti già sentita, quando soprattutto le azioni sono intraprese più per principio che per convenienza e si finisce per fare autogol. La storia è vecchia. Dal 2011 quasi un migliaio di bergamaschi ha impugnato il contributo per il Consorzio di bonifica ritenendolo illegittimo. Dalla Commissione tributaria provinciale iniziano ad arrivare i ricorsi. I primi vengono accolti, e dunque dal 2013 si avviano i ricorsi collettivi per un totale di quasi mille aderenti. A tutti va male, perché la Commissione tributaria provinciale respinge il ricorso, ma, danno e beffa, chiede il pagamento delle spese «processuali». In totale in Bergamasca si «chiede» una somma vicina ai 200 mila euro.