Deposito incontrollato di rifiuti, probabilmente pericolosi. Questo il reato ipotizzato dalle fiamme gialle di Treviglio che hanno messo sotto sequestro tonnellate di materiale accatastato da anni all'interno del'ex sito produttivo della Alimonti, a Covo. 15 militari della compagnia di Treviglio guidati dal comandante Marialuisa Ciancia, il supporto della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Varese, che ha sorvolato l'intera area con l'elicottero, e i tecnici dell'Arpa che hanno prelevato campioni dei diversi materiali per verificarne l'evenuale pericolosità. L'operazione, nata da diverse segnalazioni, era finalizzata ad accertare violazioni in materia di normativa ambientale. La Alimonti è società in concordato preventivo, e da 10 anni di proprietà di un imprenditore di Spirano, Bresciani che ora vive a Bergamo. Questo è l'ex sito, di 40mila metri quadrati, lasciato in totale stato di abbandono con all'interno tutti gli scarti della lavorazione e dei macchinari. Come vedete dalle immagini gli uomini delle fiamme gialle hanno battuto a tappeto l'intera area. All'interno vi è un blocco di edifici ad uso capannoni, privi di impianti produttivi. Entrando nei singoli capannoni sono stati trovati e sequestrati fustini pieni di materiale non meglio inedentificato, che ora verrà analizzato dall'Arpa. Ritrovati accatastati anche numerosi pneumatici fuori uso. Al di fuori, nel cortile, vi è un locale adibito a centrale termica nel quale c'erano batterie usate e abbandonate. Accanto un altro locale adibito a deposito o locale travaso oli. Rinvenuti fusti non integri con sversamenti di materiale corrosivo e pericoloso. Tutti i capannoni inoltre sono rivestiti di amianto. E in alcune parti le coperture sono rotte, degradate e pericolose per l'ambiente. La maggior parte dei rifiuti rinvenuti sono scarti di lavorazioni industriale. Ammucchiate lastre di marmo, pietra e anche 600metri cubi di polvere di marmo riunite in un enorme cumulo. E poi ammucchiati residui inerti:tegole, gesso, ondulati di copertura, traversine ferroviarie che supportavano dei binari. Trovate inoltre vasche incustodite colme di materiale liquido tutto da decifrare. Tutti i rifiuti sono stati messi sotto sequestro. Ora si attendono i risultati dell'Arpa per capire la pena da acomminare, cher varia a seconda che i rifiuti siano o meno pericolosi per l'ambiente. Simona Befani
Deposito incontrollato di rifiuti, probabilmente pericolosi. Questo il reato ipotizzato dalle fiamme gialle di Treviglio che hanno messo sotto sequestro tonnellate di materiale accatastato da anni all'interno del'ex sito produttivo della Alimonti, a Covo. 15 militari della compagnia di Treviglio guidati dal comandante Marialuisa Ciancia, il supporto della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Varese, che ha sorvolato l'intera area con l'elicottero, e i tecnici dell'Arpa che hanno prelevato campioni dei diversi materiali per verificarne l'evenuale pericolosità. L'operazione, nata da diverse segnalazioni, era finalizzata ad accertare violazioni in materia di normativa ambientale. La Alimonti è società in concordato preventivo, e da 10 anni di proprietà di un imprenditore di Spirano, Bresciani che ora vive a Bergamo. Questo è l'ex sito, di 40mila metri quadrati, lasciato in totale stato di abbandono con all'interno tutti gli scarti della lavorazione e dei macchinari. Come vedete dalle immagini gli uomini delle fiamme gialle hanno battuto a tappeto l'intera area. All'interno vi è un blocco di edifici ad uso capannoni, privi di impianti produttivi. Entrando nei singoli capannoni sono stati trovati e sequestrati fustini pieni di materiale non meglio inedentificato, che ora verrà analizzato dall'Arpa. Ritrovati accatastati anche numerosi pneumatici fuori uso. Al di fuori, nel cortile, vi è un locale adibito a centrale termica nel quale c'erano batterie usate e abbandonate. Accanto un altro locale adibito a deposito o locale travaso oli. Rinvenuti fusti non integri con sversamenti di materiale corrosivo e pericoloso. Tutti i capannoni inoltre sono rivestiti di amianto. E in alcune parti le coperture sono rotte, degradate e pericolose per l'ambiente. La maggior parte dei rifiuti rinvenuti sono scarti di lavorazioni industriale. Ammucchiate lastre di marmo, pietra e anche 600metri cubi di polvere di marmo riunite in un enorme cumulo. E poi ammucchiati residui inerti:tegole, gesso, ondulati di copertura, traversine ferroviarie che supportavano dei binari. Trovate inoltre vasche incustodite colme di materiale liquido tutto da decifrare. Tutti i rifiuti sono stati messi sotto sequestro. Ora si attendono i risultati dell'Arpa per capire la pena da acomminare, cher varia a seconda che i rifiuti siano o meno pericolosi per l'ambiente. Simona Befani