A dispetto delle impressioni, l'anno che si è appena chiuso è stato il migliore a Bergamo per quanto riguarda la concentrazione di polveri sottili nell'aria: nelle centraline di via Meucci e via Garibaldi, i 50 microgrammi per metrocubo fissati come limite per legge sono stati superati rispettivamente per 28 e 26 giorni: al di sotto, quindi, dei 35 giorni che costituiscono il limite massimo consentito dalla normativa europea. Lo dice il nuovo rapporto «Mal'aria», pubblicato da Legambiente. Il 2019 è stato il primo anno negli ultimi dieci nel quale il capoluogo orobico si è mantenuto entro un range accettabile: troppo presto per lasciarsi andare a toni trionfalistici, anche se il dato è senza dubbio positivo. Non altrettanto si può dire per un altro nemico dei nostri polmoni, che trionfa nei mesi più caldi: l'ozono. I 120 microgrammi per metrocubo sono stati superati da Bergamo per ben 72 giorni rispetto ai 25 massimi consentiti, al di sotto della media degli ultimi tre anni, che è stata di 81 giorni, che pongono comunque la nostra città ai primissimi posti della poco lusinghiera classifica dei capoluoghi italiani più «colpiti» da questo inquinante. Le soluzioni, per quanto possa essere difficile, devono essere individuate al più presto. Al di là di qualche miglioramento che ci riguarda da vicino, la situazione nel resto della regione e del Paese è drammatica: ogni anno, si legge nel Rapporto, «sono infatti oltre 60 mila le morti premature in Italia dovute all'inquinamento atmosferico, che determinano un danno economico, stimato sulla base dei costi sanitari e dei giorni di lavoro persi, che oscilla tra 47 e 142 miliardi di euro». Non bastano gli interventi spot individuati dalle singole amministrazioni. È necessario rivedere profondamente il sistema di trasporti, ma anche quello della produzione e del lavoro. La neopresidente dell'Unione europea, Ursula Von der Leyen, ha promesso lo stanziamento di mille miliardi nei prossimi dieci anni per sostenere politiche a favore dell'ambiente: l'auspicio è che l'Italia non perda anche questo treno.
A dispetto delle impressioni, l'anno che si è appena chiuso è stato il migliore a Bergamo per quanto riguarda la concentrazione di polveri sottili nell'aria: nelle centraline di via Meucci e via Garibaldi, i 50 microgrammi per metrocubo fissati come limite per legge sono stati superati rispettivamente per 28 e 26 giorni: al di sotto, quindi, dei 35 giorni che costituiscono il limite massimo consentito dalla normativa europea. Lo dice il nuovo rapporto «Mal'aria», pubblicato da Legambiente. Il 2019 è stato il primo anno negli ultimi dieci nel quale il capoluogo orobico si è mantenuto entro un range accettabile: troppo presto per lasciarsi andare a toni trionfalistici, anche se il dato è senza dubbio positivo. Non altrettanto si può dire per un altro nemico dei nostri polmoni, che trionfa nei mesi più caldi: l'ozono. I 120 microgrammi per metrocubo sono stati superati da Bergamo per ben 72 giorni rispetto ai 25 massimi consentiti, al di sotto della media degli ultimi tre anni, che è stata di 81 giorni, che pongono comunque la nostra città ai primissimi posti della poco lusinghiera classifica dei capoluoghi italiani più «colpiti» da questo inquinante. Le soluzioni, per quanto possa essere difficile, devono essere individuate al più presto. Al di là di qualche miglioramento che ci riguarda da vicino, la situazione nel resto della regione e del Paese è drammatica: ogni anno, si legge nel Rapporto, «sono infatti oltre 60 mila le morti premature in Italia dovute all'inquinamento atmosferico, che determinano un danno economico, stimato sulla base dei costi sanitari e dei giorni di lavoro persi, che oscilla tra 47 e 142 miliardi di euro». Non bastano gli interventi spot individuati dalle singole amministrazioni. È necessario rivedere profondamente il sistema di trasporti, ma anche quello della produzione e del lavoro. La neopresidente dell'Unione europea, Ursula Von der Leyen, ha promesso lo stanziamento di mille miliardi nei prossimi dieci anni per sostenere politiche a favore dell'ambiente: l'auspicio è che l'Italia non perda anche questo treno.