La Verità di Daniele Finzi Pasca non ha solo il sapore delle caramelle alla menta ma un bouquet di gusti diversissimi tra loro, quello delle piume e della danza dell'avvio, quello dei costumi dai colori sfavillanti, quello delle luci soffuse accompagnate da note di pianoforte o di violino, quello delle ombre distorte create dal maestoso fondale originale di Salvator Dalì che viene calato in scena nelle parti recitate e issato quando i 13 interpreti della compagnia danno vita alle creazioni surrealiste di Finzi Pasca come se ciascun elemento del dipinto prendesse forma nella danza, nel canto, nelle acrobazie da circo, nell'ironia e nelle parole di cui si compone lo spettacolo, diviso in tante scene diverse quasi fosse un pasol senza un filo conduttore evidente se non quello della poesia e lo stupore che accompagna lo spettatore fino alla fine quando ne decreta il successo con un lungo e caloroso applauso. In scena fino a domenica 20 dicembre al Teatro Donizetti.
La Verità di Daniele Finzi Pasca non ha solo il sapore delle caramelle alla menta ma un bouquet di gusti diversissimi tra loro, quello delle piume e della danza dell'avvio, quello dei costumi dai colori sfavillanti, quello delle luci soffuse accompagnate da note di pianoforte o di violino, quello delle ombre distorte create dal maestoso fondale originale di Salvator Dalì che viene calato in scena nelle parti recitate e issato quando i 13 interpreti della compagnia danno vita alle creazioni surrealiste di Finzi Pasca come se ciascun elemento del dipinto prendesse forma nella danza, nel canto, nelle acrobazie da circo, nell'ironia e nelle parole di cui si compone lo spettacolo, diviso in tante scene diverse quasi fosse un pasol senza un filo conduttore evidente se non quello della poesia e lo stupore che accompagna lo spettatore fino alla fine quando ne decreta il successo con un lungo e caloroso applauso. In scena fino a domenica 20 dicembre al Teatro Donizetti.