Cinque anni e quattro mesi. È quanto richiesto dal pm Carmen Santoro nei confronti di Benvenuto Morandi accusato di truffa e furto aggravato. E' l'epilogo dell'udienza fiume del processo all'ex sindaco di Valbondione Benvenuto Morandi ed ex direttore della filiale Private dell'Intesa Sanpaolo di Fiorano al Serio. Oggi toccava a lui e per la prima volta ha parlato. Dalle 9 alle 13.30 ha risposto alle domande dei suoi legali Angelo Capelli e Marialaura Andreucci. Quindi l'interrogatorio del pm Carmen Santoro, in aula mancava invece l'altro pm Maria Cristina Rota insieme al quale la Santoro aveva condotto l'indagine tre anni fa. Benvenuto Morandi ha ribadito la sua versione. Continua a sostenere di non essersi intascato nulla. Secondo le contestazioni sarebbero spariti 26 mln di euro di cui 10 solo a Gianfranco Gamba, imprenditore della val seriana i cui familiari si sono costituiti parte civile. Il resto del denaro era di decine di risparmiatori della valle che avevano affidato a lui i loro risparmi credendoli in buone mani. Morandi ha ribadito quello che è il cardine della sua difesa. Che di soldi per se' non ne ha mai intascati, ma che agiva per conto di Banca Intesa. Gli investimenti fatti fare non erano andati bene e per non perdere i clienti aveva fatto figurare falsi guadagni o situazioni stabili, in alcuni casi spostando contanti da un conto all'altro con magheggi contabili. Morandi una cosa l'ha invece ammessa. Di aver prelevato 130mila euro dal conto della famiglia Gamba, denaro che avrebbe utilizzato per ristrutturare due baite di famiglia. L'imputato ha spiegato che li aveva presi a titolo di prestito e che aveva intenzione di restituirli. Al termine dell'udienza il pm ha chiesto una pena di 5 anni e 4 mesi ritenendo Morandi non meritevole di attenuanti generiche perchè non ha mai chiesto scusa ai clienti danneggiati. La prossima udienza il 29 settembre quando parleranno i difensori; al termine potrebbe arrivare addirittura la sentenza.
Cinque anni e quattro mesi. È quanto richiesto dal pm Carmen Santoro nei confronti di Benvenuto Morandi accusato di truffa e furto aggravato. E' l'epilogo dell'udienza fiume del processo all'ex sindaco di Valbondione Benvenuto Morandi ed ex direttore della filiale Private dell'Intesa Sanpaolo di Fiorano al Serio. Oggi toccava a lui e per la prima volta ha parlato. Dalle 9 alle 13.30 ha risposto alle domande dei suoi legali Angelo Capelli e Marialaura Andreucci. Quindi l'interrogatorio del pm Carmen Santoro, in aula mancava invece l'altro pm Maria Cristina Rota insieme al quale la Santoro aveva condotto l'indagine tre anni fa. Benvenuto Morandi ha ribadito la sua versione. Continua a sostenere di non essersi intascato nulla. Secondo le contestazioni sarebbero spariti 26 mln di euro di cui 10 solo a Gianfranco Gamba, imprenditore della val seriana i cui familiari si sono costituiti parte civile. Il resto del denaro era di decine di risparmiatori della valle che avevano affidato a lui i loro risparmi credendoli in buone mani. Morandi ha ribadito quello che è il cardine della sua difesa. Che di soldi per se' non ne ha mai intascati, ma che agiva per conto di Banca Intesa. Gli investimenti fatti fare non erano andati bene e per non perdere i clienti aveva fatto figurare falsi guadagni o situazioni stabili, in alcuni casi spostando contanti da un conto all'altro con magheggi contabili. Morandi una cosa l'ha invece ammessa. Di aver prelevato 130mila euro dal conto della famiglia Gamba, denaro che avrebbe utilizzato per ristrutturare due baite di famiglia. L'imputato ha spiegato che li aveva presi a titolo di prestito e che aveva intenzione di restituirli. Al termine dell'udienza il pm ha chiesto una pena di 5 anni e 4 mesi ritenendo Morandi non meritevole di attenuanti generiche perchè non ha mai chiesto scusa ai clienti danneggiati. La prossima udienza il 29 settembre quando parleranno i difensori; al termine potrebbe arrivare addirittura la sentenza.