Nulla di abusivo, ma materiale utilizzato per tamponare una situazione di emergenza ed evitare che franasse parte delle Mura venete. Questa è la versione di Pierluca Locatelli, imprenditore edile imputato insieme ad altre quattro persone nel processo per la presunta discarica abusiva nel cantiere per il parcheggio alla Fara e in altre due aree a Carvico e Villa d'Adda. Nel dicembre 2008 uno smottamento: viene convocata una riunione tra Comune, Bergamo Parcheggi e lo stesso Locatelli. E' l'imprenditore a dichiarare in tribunale che per reperire i 20mila metri cubi di materiale necessario per ridurre ulteriori cedimenti, decide di prelevarlo dagli altri due scavi in provincia, che però erano ormai di proprietà del Gruppo Salini. "Si è trattato quindi di un prestito, quel materiale non era mio", ha dichiarato il costruttore, che ha aggiunto: "lo avrei spostato anche il giorno dopo se mi fosse stato consentito: mi hanno arrestato, impedendomi di accedere ai miei uffici: non potevo dare ordini a nessuno". Il materiale si trova ancora lì, dove fu posizionato nel 2009. Locatelli non ha risparmiato accuse al Comune di Bergamo, che si è costituito parte civile, colpevole secondo l'imprenditore di avere realizzato un progetto "che non stava in piedi". Nessuna replica da Palafrizzoni. La prossima udienza è stata fissata per il 26 giugno. Intanto continua la protesta del Comitato contrario alla realizzazione del parking, i cui lavori dovrebbero ripartire entro breve.
Nulla di abusivo, ma materiale utilizzato per tamponare una situazione di emergenza ed evitare che franasse parte delle Mura venete. Questa è la versione di Pierluca Locatelli, imprenditore edile imputato insieme ad altre quattro persone nel processo per la presunta discarica abusiva nel cantiere per il parcheggio alla Fara e in altre due aree a Carvico e Villa d'Adda. Nel dicembre 2008 uno smottamento: viene convocata una riunione tra Comune, Bergamo Parcheggi e lo stesso Locatelli. E' l'imprenditore a dichiarare in tribunale che per reperire i 20mila metri cubi di materiale necessario per ridurre ulteriori cedimenti, decide di prelevarlo dagli altri due scavi in provincia, che però erano ormai di proprietà del Gruppo Salini. "Si è trattato quindi di un prestito, quel materiale non era mio", ha dichiarato il costruttore, che ha aggiunto: "lo avrei spostato anche il giorno dopo se mi fosse stato consentito: mi hanno arrestato, impedendomi di accedere ai miei uffici: non potevo dare ordini a nessuno". Il materiale si trova ancora lì, dove fu posizionato nel 2009. Locatelli non ha risparmiato accuse al Comune di Bergamo, che si è costituito parte civile, colpevole secondo l'imprenditore di avere realizzato un progetto "che non stava in piedi". Nessuna replica da Palafrizzoni. La prossima udienza è stata fissata per il 26 giugno. Intanto continua la protesta del Comitato contrario alla realizzazione del parking, i cui lavori dovrebbero ripartire entro breve.