Sono servite quindici ore alla Corte d'Assise d'Appello di Brescia per la sentenza: è arrivata dopo la mezzanotte la conferma della condanna di Massimo Giuseppe Bossetti all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio. A determinare il prolungarsi della camera di consiglio forse una spaccatura fra i giurati relativa alla scelta tra le tre alternative possibili (conferma della condanna, assoluzione o nuova perizia sul Dna), o la grande mole di materiale da esaminare. Alla pronuncia della sentenza l'imputato, secondo quanto dichiarato da uno dei suoi avvocati, avrebbe pianto, dopo che nella mattinata si era rivolto direttamente ai giudici ribadendo la sua innocenza. «Un clamoroso errore giudiziario»: così ha definito la decisione uno dei legali della difesa, Claudio Salvagni, che annunciando il ricorso in Cassazione ha parlato di «sconfitta del diritto». Enrico Pelillo, avvocato della famiglia Gambirasio, ha invece dichiarato: «Come legale non sono mai contento quando sento pronunciare la parola 'ergastolo'. Nessuno riporterà Yara in vita, ma serviva una sentenza che diceva che questo uomo era responsabile di quanto è successo. Ora ogni dubbio è stato fugato, giustizia è stata fatta». «E' stato riconosciuto il buon lavoro sul fronte scientifico»: queste le dichiarazioni del consulente di parte civile, Portera. Bisognerà attendere novanta giorni perché vengano pubblicate le motivazioni della sentenza, quindi i tempi della Cassazione per il terzo e ultimo grado.
Sono servite quindici ore alla Corte d'Assise d'Appello di Brescia per la sentenza: è arrivata dopo la mezzanotte la conferma della condanna di Massimo Giuseppe Bossetti all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio. A determinare il prolungarsi della camera di consiglio forse una spaccatura fra i giurati relativa alla scelta tra le tre alternative possibili (conferma della condanna, assoluzione o nuova perizia sul Dna), o la grande mole di materiale da esaminare. Alla pronuncia della sentenza l'imputato, secondo quanto dichiarato da uno dei suoi avvocati, avrebbe pianto, dopo che nella mattinata si era rivolto direttamente ai giudici ribadendo la sua innocenza. «Un clamoroso errore giudiziario»: così ha definito la decisione uno dei legali della difesa, Claudio Salvagni, che annunciando il ricorso in Cassazione ha parlato di «sconfitta del diritto». Enrico Pelillo, avvocato della famiglia Gambirasio, ha invece dichiarato: «Come legale non sono mai contento quando sento pronunciare la parola 'ergastolo'. Nessuno riporterà Yara in vita, ma serviva una sentenza che diceva che questo uomo era responsabile di quanto è successo. Ora ogni dubbio è stato fugato, giustizia è stata fatta». «E' stato riconosciuto il buon lavoro sul fronte scientifico»: queste le dichiarazioni del consulente di parte civile, Portera. Bisognerà attendere novanta giorni perché vengano pubblicate le motivazioni della sentenza, quindi i tempi della Cassazione per il terzo e ultimo grado.