Il processo d'appello a carico dell'assassino di Yara, Massimo Bossetti, è alle battute finali. E' attesa per domani a Brescia la sentenza d'appello. La giuria si riunirà in camera di consiglio non prima però di aver ascoltato le dichiarazioni spontanee che verosimilmente l'imputato vorrà rilasciare. Venerdì è stata l’ultima giornata del dibattimento, delle repliche delle parti, dell’ultima contrapposizione dei fronti. L’accusa, il sostituto procuratore generale Marco Martani ha chiesto di ribadire il carcere a vita stabilito il primo luglio di un anno fa dall’Assise di Bergamo e di condannare l’imputato anche a sei mesi di reclusione per avere calunniato il collega di lavoro Massimo Maggioni. Martani ha difeso come prova incontrovertibile il Dna rimasto sugli indumenti della piccola vittima, pienamente compatibile con quello di Bossetti, definendo «una operazione assolutamente mistificatoria» l’attacco concentrico portato dai difensori. Al contrario la difesa ha chiesto fino all’ultimo l’assoluzione o di riaprire il processo con una perizia sul materiale genetico. "Dopo tutte le anomalie – ha detto Salvagni – che abbiamo rintracciato, attribuire quel Dna a Bossetti sarebbe un’aberrazione naturale". I difensori hanno consegnato una nuova memoria. Che domani in aula Masimo Bossetti voglia parlare pare qusi certo. Ha inviato anche una lettera al Giorno alla vigilia della decisione dei giudici d'appello. E si professa ancora innocente tirando in gioco la povera Yara. Scrive: "Anche Yara, ne sono convinto, spera nella vera giustizia". Bossetti nelle ultime ore ha definito con i suoi difensori Salvagni e Camporini le dichiarazioni che leggerà domani mattina, alle 8.30, prima che i giudici della Corte d’Assise d’appello di Brescia si ritirino per una camera di consiglio che, come ha preannunciato il presidente Enrico Fischetti, si protrarrà per molte ore.
Il processo d'appello a carico dell'assassino di Yara, Massimo Bossetti, è alle battute finali. E' attesa per domani a Brescia la sentenza d'appello. La giuria si riunirà in camera di consiglio non prima però di aver ascoltato le dichiarazioni spontanee che verosimilmente l'imputato vorrà rilasciare. Venerdì è stata l’ultima giornata del dibattimento, delle repliche delle parti, dell’ultima contrapposizione dei fronti. L’accusa, il sostituto procuratore generale Marco Martani ha chiesto di ribadire il carcere a vita stabilito il primo luglio di un anno fa dall’Assise di Bergamo e di condannare l’imputato anche a sei mesi di reclusione per avere calunniato il collega di lavoro Massimo Maggioni. Martani ha difeso come prova incontrovertibile il Dna rimasto sugli indumenti della piccola vittima, pienamente compatibile con quello di Bossetti, definendo «una operazione assolutamente mistificatoria» l’attacco concentrico portato dai difensori. Al contrario la difesa ha chiesto fino all’ultimo l’assoluzione o di riaprire il processo con una perizia sul materiale genetico. "Dopo tutte le anomalie – ha detto Salvagni – che abbiamo rintracciato, attribuire quel Dna a Bossetti sarebbe un’aberrazione naturale". I difensori hanno consegnato una nuova memoria. Che domani in aula Masimo Bossetti voglia parlare pare qusi certo. Ha inviato anche una lettera al Giorno alla vigilia della decisione dei giudici d'appello. E si professa ancora innocente tirando in gioco la povera Yara. Scrive: "Anche Yara, ne sono convinto, spera nella vera giustizia". Bossetti nelle ultime ore ha definito con i suoi difensori Salvagni e Camporini le dichiarazioni che leggerà domani mattina, alle 8.30, prima che i giudici della Corte d’Assise d’appello di Brescia si ritirino per una camera di consiglio che, come ha preannunciato il presidente Enrico Fischetti, si protrarrà per molte ore.