"Nulla in questo processo ha portato a delle certezze assolute tali da poter condannare all'ergastolo Massimo Bossetti, per l'omicidio di Yara Gambirasio". Così i legali del muratore di Mapello che nelle loro arringhe hanno cercato di demolire tutto il castello accusatorio senza risparmiare attacchi personali rivolti al comandante dei Ris , ma anche al consulente genetista della parte civile, Giorgio Portera, che a loro dire non avrebbe valutato obiettivamente il lavoro svolto dai consulenti dell'accusa. Colpi pesanti dunque su come si sono svolte le indagini che hanno portato in carcere il loro assistito. Punto centrale l'anomalia di un dna nucleare senza mitocondrio. "Ci hanno preso in giro" ha detto più volte Salvagni, "ci hanno fatto credere che il dna mitocondriale non sia identificativo; invece lo scrivono anche i carabinieri sul loro sito quanto sia importante questa ricerca. Nessuno ci ha spiegato perchè il dna mitocondriale di Bossetti sia svanito". Si è parlato in aula di contaminazioni in laboratorio, di errori e di kit scaduti. E ancora Salvagni. "Ci hanno detto che la traccia di ignoto 1 era abbondante , allora perchè non ne è rimasta nemmeno una goccia per fare ulteriori accertamenti?". Alla difesa è stata negata la possibilità di partecipare a questa fase fondamentale - è stato detto - e quella traccia che vuole condannare Bossetti a vita ora non c'è più. Camporini ha ricordato testimonianze ritenute attendibili che porterebbero a raccontare un'altra storia su quanto accaduto il 26 novembre."Nessuno ha visto uscire dalla palestra Yara , nessuno ha visto Bossetti". La difesa ha elencato quelle che a suo dire sono gravi mancanze , una fra tutte: non si sono fatte analisi morfologiche sulle fibre trovate sul corpo di Yara . Poi ha sottolineato non sono state trovate tracce di sangue sul furgone di Bossetti. E ancora è stata rimarcata la tesi secondo cui Yara non è stata uccisa a Chignolo d'Isola, ma in un altro luogo; svestita , rivestita avvolta da un tappetto o coperta ( ecco perchè fibre si troverebbero anche nelle ferite) e solo sucessivamente abbandonata in quel campo. "Sono state dette falsità ,con il solo obiettivo di confermare una tesi prestabilita dall'accusa" ha detto Salvagni rivolgendosi alla corte. "Rileggetevi tutte le carte e trovererete i dubbi che abbiamo trovato anche noi".
"Nulla in questo processo ha portato a delle certezze assolute tali da poter condannare all'ergastolo Massimo Bossetti, per l'omicidio di Yara Gambirasio". Così i legali del muratore di Mapello che nelle loro arringhe hanno cercato di demolire tutto il castello accusatorio senza risparmiare attacchi personali rivolti al comandante dei Ris , ma anche al consulente genetista della parte civile, Giorgio Portera, che a loro dire non avrebbe valutato obiettivamente il lavoro svolto dai consulenti dell'accusa. Colpi pesanti dunque su come si sono svolte le indagini che hanno portato in carcere il loro assistito. Punto centrale l'anomalia di un dna nucleare senza mitocondrio. "Ci hanno preso in giro" ha detto più volte Salvagni, "ci hanno fatto credere che il dna mitocondriale non sia identificativo; invece lo scrivono anche i carabinieri sul loro sito quanto sia importante questa ricerca. Nessuno ci ha spiegato perchè il dna mitocondriale di Bossetti sia svanito". Si è parlato in aula di contaminazioni in laboratorio, di errori e di kit scaduti. E ancora Salvagni. "Ci hanno detto che la traccia di ignoto 1 era abbondante , allora perchè non ne è rimasta nemmeno una goccia per fare ulteriori accertamenti?". Alla difesa è stata negata la possibilità di partecipare a questa fase fondamentale - è stato detto - e quella traccia che vuole condannare Bossetti a vita ora non c'è più. Camporini ha ricordato testimonianze ritenute attendibili che porterebbero a raccontare un'altra storia su quanto accaduto il 26 novembre."Nessuno ha visto uscire dalla palestra Yara , nessuno ha visto Bossetti". La difesa ha elencato quelle che a suo dire sono gravi mancanze , una fra tutte: non si sono fatte analisi morfologiche sulle fibre trovate sul corpo di Yara . Poi ha sottolineato non sono state trovate tracce di sangue sul furgone di Bossetti. E ancora è stata rimarcata la tesi secondo cui Yara non è stata uccisa a Chignolo d'Isola, ma in un altro luogo; svestita , rivestita avvolta da un tappetto o coperta ( ecco perchè fibre si troverebbero anche nelle ferite) e solo sucessivamente abbandonata in quel campo. "Sono state dette falsità ,con il solo obiettivo di confermare una tesi prestabilita dall'accusa" ha detto Salvagni rivolgendosi alla corte. "Rileggetevi tutte le carte e trovererete i dubbi che abbiamo trovato anche noi".