'Da oggi parte una lunga marcia per cambiare il Paese': il segretario federale Matteo Salvini lancia la sua sfida per arrivare al Governo dal pratone di Pontida, dove per l'annuale raduno della Lega Nord sono arrivate circa 50mila persone. Lo fa dal palco, dove per la prima volta nella storia non ha preso la parola Umberto Bossi, dietro lo slogan 'Salvini premier'. Ma anche e soprattutto perchè grande assente, Bossi resta al centro dei discorsi, citato fin dalla mattina perchè non inserito nella scaletta del comizio. «Arrabbiato? Abbastanza - ha detto ai giornalisti -. Salvini mi ha detto che non voleva farmi fischiare. Ma è un segnale che devo andarmene via». Maroni commenta «Mi spiace, perché Pontida è Bossi. La decisione è stata presa dal segretario Matteo Salvini, ma per me Bossi a Pontida ha sempre diritto di parola». Il raduno sul pratone unisce i 50mila, ma è evidente così che palesa anche fratture interne e scelte maldigerite. Maroni preme sull'acceleratore del referendum. Salvini studia da premier e lancia un chiaro messaggio per le prossime elezioni politiche, promettendo che il prossimo anno tornerà a Pontida 'con una Lega e un centrodestra al Governo, con l'Italia che riparte nel nome del lavoro, della sicurezza e soprattutto della democrazia'. Obiettivo da raggiungere anche con le alleanze 'serie e compatte'. Sul palco anche il governatore del veneto Luca Zaia e del presidente della Liguria Giovanni Toti, primo esponente di un altro partito politico a prendere la parola di fronte al pratone. Simona Befani
'Da oggi parte una lunga marcia per cambiare il Paese': il segretario federale Matteo Salvini lancia la sua sfida per arrivare al Governo dal pratone di Pontida, dove per l'annuale raduno della Lega Nord sono arrivate circa 50mila persone. Lo fa dal palco, dove per la prima volta nella storia non ha preso la parola Umberto Bossi, dietro lo slogan 'Salvini premier'. Ma anche e soprattutto perchè grande assente, Bossi resta al centro dei discorsi, citato fin dalla mattina perchè non inserito nella scaletta del comizio. «Arrabbiato? Abbastanza - ha detto ai giornalisti -. Salvini mi ha detto che non voleva farmi fischiare. Ma è un segnale che devo andarmene via». Maroni commenta «Mi spiace, perché Pontida è Bossi. La decisione è stata presa dal segretario Matteo Salvini, ma per me Bossi a Pontida ha sempre diritto di parola». Il raduno sul pratone unisce i 50mila, ma è evidente così che palesa anche fratture interne e scelte maldigerite. Maroni preme sull'acceleratore del referendum. Salvini studia da premier e lancia un chiaro messaggio per le prossime elezioni politiche, promettendo che il prossimo anno tornerà a Pontida 'con una Lega e un centrodestra al Governo, con l'Italia che riparte nel nome del lavoro, della sicurezza e soprattutto della democrazia'. Obiettivo da raggiungere anche con le alleanze 'serie e compatte'. Sul palco anche il governatore del veneto Luca Zaia e del presidente della Liguria Giovanni Toti, primo esponente di un altro partito politico a prendere la parola di fronte al pratone. Simona Befani