Non nasceranno più bambini all' ospedale Locatelli di Piario, così come neppure all'Ondoli di varese, all' Oglio Po di Casal Maggiore e al Broni-Stradella di Pavia. E i vertici dell' assessorato della Sanità dovranno chiudere a breve anche un altro punto nascita a scelta tra il Moriggia Pelascini di Gravedona e Chiavenna, entrambi in Valtellina. In totale sono cinque i reparti di Maternità dove le donne non potranno più partorire. Una novità senza dubbio impopolare, ma dettata, secondo chi l'ha pensata, dalla volontà di proteggere madri e nascituri: l' evidenza scientifica dimostra che al di sotto dei 500 parti in un anno non possono esserci i requisiti minimi di sicurezza né l' esperienza necessaria per affrontare situazioni difficili o improvvise. E a Piario la media è di 424 all'anno. La decisione è stata presa dal ministero della Salute. E adesso anche la Lombardia del governatore Roberto Maroni, che ha tentato il tutto e per tutto per resistere al diktat di Roma, deve adeguarsi. Il primo a chiudere è il punto nascita dell' ospedale di Angera, gli altri seguiranno a breve. Venerdì è arrivata l'ufficialità. L' unica chance per continuare a fare nascere lì i bambini era quella di ottenere un' autorizzazione speciale dal ministro della Salute, che non è arrivata. Nei prossimi giorni l' assessore alla Sanità Giulio Gallera deciderà il programma di chiusure 2017 che dovrà essere accompagnato da un potenziamento dei reparti di Maternità vicini a quelli soppressi. Un percorso che non sarà semplice. Simona Befani
Non nasceranno più bambini all' ospedale Locatelli di Piario, così come neppure all'Ondoli di varese, all' Oglio Po di Casal Maggiore e al Broni-Stradella di Pavia. E i vertici dell' assessorato della Sanità dovranno chiudere a breve anche un altro punto nascita a scelta tra il Moriggia Pelascini di Gravedona e Chiavenna, entrambi in Valtellina. In totale sono cinque i reparti di Maternità dove le donne non potranno più partorire. Una novità senza dubbio impopolare, ma dettata, secondo chi l'ha pensata, dalla volontà di proteggere madri e nascituri: l' evidenza scientifica dimostra che al di sotto dei 500 parti in un anno non possono esserci i requisiti minimi di sicurezza né l' esperienza necessaria per affrontare situazioni difficili o improvvise. E a Piario la media è di 424 all'anno. La decisione è stata presa dal ministero della Salute. E adesso anche la Lombardia del governatore Roberto Maroni, che ha tentato il tutto e per tutto per resistere al diktat di Roma, deve adeguarsi. Il primo a chiudere è il punto nascita dell' ospedale di Angera, gli altri seguiranno a breve. Venerdì è arrivata l'ufficialità. L' unica chance per continuare a fare nascere lì i bambini era quella di ottenere un' autorizzazione speciale dal ministro della Salute, che non è arrivata. Nei prossimi giorni l' assessore alla Sanità Giulio Gallera deciderà il programma di chiusure 2017 che dovrà essere accompagnato da un potenziamento dei reparti di Maternità vicini a quelli soppressi. Un percorso che non sarà semplice. Simona Befani