La sua vicenda era stata portata alla luce nello scorso mese di aprile dalla trasmissione televisiva «Le Iene». Valbona Berisha, cittadina albanese residente dal 2000 con la famiglia in un paese della provincia di Lecco era partita da Orio al Serio alla volta della Turchia nel dicembre del 2014 con uno dei figli, Alvin. Da qui ha poi raggiunto la Siria. Il marito, rimasto in Italia con altri figli, aveva raccontato la sua vicenda alla trasmissione di Mediaset.
Una storia partita con l'improvvisa conversione della donna all'Islam più radicale, supportata da alcune prove inquietanti. Sul suo profilo Skype, al posto della sua immagine, figura una bandiera del sedicente Stato Islamico. Proprio grazie a Skype sono stati intercettati dalla Procura antiterrorismo di Milano messaggi tra il piccolo Alvin e il padre:«Ho paura, voglio tornare a casa per andare a scuola», avrebbe detto il bambino, che avrebbe aggiunto: «La mamma non mi lascia: si è vestita come un ninja». La madre, secondo gli investigatori milanesi, lo avrebbe mandato in un campo di addestramento per imparare la «lotta corpo a corpo» e l'uso delle armi. Su di lei pende ora un mandato di cattura internazionale per associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale. Vari tentativi dell'uomo di riportare a casa il figlio, anche affidandosi a sedicenti mediatori dei servizi segreti, non hanno mai sortito alcun risultato.
La sua vicenda era stata portata alla luce nello scorso mese di aprile dalla trasmissione televisiva «Le Iene». Valbona Berisha, cittadina albanese residente dal 2000 con la famiglia in un paese della provincia di Lecco era partita da Orio al Serio alla volta della Turchia nel dicembre del 2014 con uno dei figli, Alvin. Da qui ha poi raggiunto la Siria. Il marito, rimasto in Italia con altri figli, aveva raccontato la sua vicenda alla trasmissione di Mediaset.
Una storia partita con l'improvvisa conversione della donna all'Islam più radicale, supportata da alcune prove inquietanti. Sul suo profilo Skype, al posto della sua immagine, figura una bandiera del sedicente Stato Islamico. Proprio grazie a Skype sono stati intercettati dalla Procura antiterrorismo di Milano messaggi tra il piccolo Alvin e il padre:«Ho paura, voglio tornare a casa per andare a scuola», avrebbe detto il bambino, che avrebbe aggiunto: «La mamma non mi lascia: si è vestita come un ninja». La madre, secondo gli investigatori milanesi, lo avrebbe mandato in un campo di addestramento per imparare la «lotta corpo a corpo» e l'uso delle armi. Su di lei pende ora un mandato di cattura internazionale per associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale. Vari tentativi dell'uomo di riportare a casa il figlio, anche affidandosi a sedicenti mediatori dei servizi segreti, non hanno mai sortito alcun risultato.