Oltre 4400 casi rilevati: migliaia di persone, e con esse le loro famiglie, la cui vita è pesantemente influenzata dalla presenza della malattia di Parkinson. Il dato è stato fornito in occasione della presentazione del convegno «Analisi dei bisogno del paziente parkinsoniano e dei suoi familiari», organizzato per il prossimo 26 maggio a Bergamo. Un numero che emerge da un inquadramento epidemiologico realizzato dall'ATS orobica, che ha consentito di rilevare un aumento delle diagnosi di cui si è a conoscenza dell'82,5% rispetto al 2008. Una malattia che colpisce nella nostra provincia una percentuale quasi sovrapponible di uomini e di donne. L'età media è di 74 anni, anche se nel 10% dei casi le persone colpite hanno meno di 55 anni, e si sono rilevati casi di persone affette dalla malattia già a 28 anni. Un quadro che ci fa capire come non si sia in presenza di una patologia che colpisce solo gli anziani. La tendenza, che mostra negli anni un costante aumento, fa emergere la necessità di un approccio che, oltre alla terapia (nel tempo sono stati raggiunti importanti traguardi), si occupi delle implicazioni sociali.
Oltre 4400 casi rilevati: migliaia di persone, e con esse le loro famiglie, la cui vita è pesantemente influenzata dalla presenza della malattia di Parkinson. Il dato è stato fornito in occasione della presentazione del convegno «Analisi dei bisogno del paziente parkinsoniano e dei suoi familiari», organizzato per il prossimo 26 maggio a Bergamo. Un numero che emerge da un inquadramento epidemiologico realizzato dall'ATS orobica, che ha consentito di rilevare un aumento delle diagnosi di cui si è a conoscenza dell'82,5% rispetto al 2008. Una malattia che colpisce nella nostra provincia una percentuale quasi sovrapponible di uomini e di donne. L'età media è di 74 anni, anche se nel 10% dei casi le persone colpite hanno meno di 55 anni, e si sono rilevati casi di persone affette dalla malattia già a 28 anni. Un quadro che ci fa capire come non si sia in presenza di una patologia che colpisce solo gli anziani. La tendenza, che mostra negli anni un costante aumento, fa emergere la necessità di un approccio che, oltre alla terapia (nel tempo sono stati raggiunti importanti traguardi), si occupi delle implicazioni sociali.