Più di 100 poliziotti in azione all'alba per chiudere l'operazione "mai una gioia". Rapine, tentativi di estorsione, una spedizione punitiva per il recupero crediti. Ma anche spaccio e consumo di cocaina a fiumi prima delle partite o degli scontri con le tifoserie avversarie, il tutto ripreso dalle microtelecamere piazzate dagli investigatori. C'è anche questo, e non solo tifo organizzato, nel mondo degli ultrà dell'Atalanta, secondo l'inchiesta della Procura di Bergamo e della Squadra Mobile, con il supporto del Servizio centrale operativo di Roma. 11 le persone finite in carcere, 7 ai domiciliari, 3 con obbligo di dimora e 5 di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini sono iniziate nel settembre 2015 nell'ambito del contrasto allo spaccio durante la 'movida' bergamasca. Da lì sono emersi elementi che hanno condotto ad un gruppo di persone, in prevalenza 'ultrà' dell'Atalanta, alcuni dei quali pregiudicati, che spacciavano cocaina. Dalle immagini risulta chiaramente come, prima di assistere alla partita, si acquistasse e assumesse sostanza stupefacente, soprattutto cocaina, nei pressi dello stadio o addirittura dentro, per poi incappucciarsi e compiere azione violente, come nel gennaio 2016 dopo Atalanta-Inter. 234 assunzioni di droga documentate in sole tre partite: oltre a quella contro l'Inter, Atalanta-Genoa e Atalanta-Napoli. E solo in alcuni casi con assuntori sovrapponibili. Numeri da capogiro, così come vorticoso era il giro di denaro. Centinaia di ore di intercettazioni e telecamere nascoste che hanno documentato anche la violenta rapina ai danni di un corriere di droga ed estorsioni nei confronti dei clienti che non pagavano le dosi. In questi casi veniva mandato a riscuotere un ex pugile, arrestato per estorsione. Dalle intercettazioni si ricava l'uso di un vero e proprio linguaggio in codice, uno slang: dalla frase che ha dato nome all'operazione "Mai una gioia" ripetuta come un mantra e riportata anche da uno strisciione in curva, al termine "pallini" per identificare le dosi di droga, alle raccomandazioni "occhio a schiacciarla che è stracroccante", ai toni esaltati "quando fa la patatina è il top...una scagliata della madonna". Avviata inoltre la procedura per 30 daspo e sospesa la licenza, dai 15 giorni ai 4 mesi, a dieci locali della zona stadio, Borgo Santa caterina ed uno a Mozzo.
Più di 100 poliziotti in azione all'alba per chiudere l'operazione "mai una gioia". Rapine, tentativi di estorsione, una spedizione punitiva per il recupero crediti. Ma anche spaccio e consumo di cocaina a fiumi prima delle partite o degli scontri con le tifoserie avversarie, il tutto ripreso dalle microtelecamere piazzate dagli investigatori. C'è anche questo, e non solo tifo organizzato, nel mondo degli ultrà dell'Atalanta, secondo l'inchiesta della Procura di Bergamo e della Squadra Mobile, con il supporto del Servizio centrale operativo di Roma. 11 le persone finite in carcere, 7 ai domiciliari, 3 con obbligo di dimora e 5 di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini sono iniziate nel settembre 2015 nell'ambito del contrasto allo spaccio durante la 'movida' bergamasca. Da lì sono emersi elementi che hanno condotto ad un gruppo di persone, in prevalenza 'ultrà' dell'Atalanta, alcuni dei quali pregiudicati, che spacciavano cocaina. Dalle immagini risulta chiaramente come, prima di assistere alla partita, si acquistasse e assumesse sostanza stupefacente, soprattutto cocaina, nei pressi dello stadio o addirittura dentro, per poi incappucciarsi e compiere azione violente, come nel gennaio 2016 dopo Atalanta-Inter. 234 assunzioni di droga documentate in sole tre partite: oltre a quella contro l'Inter, Atalanta-Genoa e Atalanta-Napoli. E solo in alcuni casi con assuntori sovrapponibili. Numeri da capogiro, così come vorticoso era il giro di denaro. Centinaia di ore di intercettazioni e telecamere nascoste che hanno documentato anche la violenta rapina ai danni di un corriere di droga ed estorsioni nei confronti dei clienti che non pagavano le dosi. In questi casi veniva mandato a riscuotere un ex pugile, arrestato per estorsione. Dalle intercettazioni si ricava l'uso di un vero e proprio linguaggio in codice, uno slang: dalla frase che ha dato nome all'operazione "Mai una gioia" ripetuta come un mantra e riportata anche da uno strisciione in curva, al termine "pallini" per identificare le dosi di droga, alle raccomandazioni "occhio a schiacciarla che è stracroccante", ai toni esaltati "quando fa la patatina è il top...una scagliata della madonna". Avviata inoltre la procedura per 30 daspo e sospesa la licenza, dai 15 giorni ai 4 mesi, a dieci locali della zona stadio, Borgo Santa caterina ed uno a Mozzo.