E' il giorno dell'accusa nell'aula di Corte d'assise del tribunale di bergamo dove si sta svolgendo il processo per omicidio colposo ai danni di Alessandro Patelli, accusato di avere ucciso a coltellate lo scorso 8 agosto, Marwen Tayari, tunisino 34enne di Terno d'Isola pregiudicato, sui gradini de palazzo in cui il giovane giardiniere abitava con la famiglia.Con l'aggravante di averlo fatto davanti alle due bimbe della vittima.In aula ha deposto la ex compagna della vittima, Eleonora Turco, madre delle due figlie di Tayari, che ha raccontato la sua versione dei fatti ricostruendo quella domenica mattina.La donna ha raccontato che tutto sarebbe nato da una banale discussione quando Alessandro patelli, rientrando a casa, aveva urtato la carrozzella con la figlia minore, piazzata davanti ai gradini sui quali si era seduta tutta la famiglia. Tayari avrebbe rimpoverato il giovane Patelli che avrebbe risposto "guarda cosa devo fare per poter entrare in casa mia".Dopo pochi minuti il giovane sarebbe sceso con il casco in testa e in mano un coltello -questa la versione della donna-. Avrebbero discusso ancora. Patelli avrebbe sfidato la vittima dicendo "fatti sotto se hai coraggio, hai il doppio dei miei anni. Voi arabi solo con le bottiglie rotte sapete colpire". A quel punto Tayari avrebbe messo a terra la bottiglia e sgambettato il giovane. I due sono rimasti a terra a litigare per un minuto, poi Patelli si sarebbe alzato. La vittima anche ma barcollando. Poi sarebbe morta fra le braccia della compagna, davanti alle due bambine. L'avvocato della difesa Pelillo ha posto l'attenzione anche sul contesto familiare per descrivere l'indole della vittima. Eleonora Turco ha confermato di aver denunciato il compagno per maltrattamenti due volte.In aula la deposizione anche della figlia maggiore, 13enne Benedetta, che ha fornito la stessa versione della madre. Ha aggiunto che il papà mostrò al giovane le cicatrici alzando la maglietta. Come per dire non ho paura di te. Poi lo ha sgambettato.L'accusa, con il pm Paolo Mandurino, ha fatto deporre anche un consulente informatico che ha acquisito i tabulati telefonici di patelli per verificare se nelle chat del ragazzo vi fossero precedenti contenuti razzisti. In aula anche il giovane, sempre con gli occhi bassi.Il 1 giugno prossima udienza. Simona Befani
E' il giorno dell'accusa nell'aula di Corte d'assise del tribunale di bergamo dove si sta svolgendo il processo per omicidio colposo ai danni di Alessandro Patelli, accusato di avere ucciso a coltellate lo scorso 8 agosto, Marwen Tayari, tunisino 34enne di Terno d'Isola pregiudicato, sui gradini de palazzo in cui il giovane giardiniere abitava con la famiglia.Con l'aggravante di averlo fatto davanti alle due bimbe della vittima.In aula ha deposto la ex compagna della vittima, Eleonora Turco, madre delle due figlie di Tayari, che ha raccontato la sua versione dei fatti ricostruendo quella domenica mattina.La donna ha raccontato che tutto sarebbe nato da una banale discussione quando Alessandro patelli, rientrando a casa, aveva urtato la carrozzella con la figlia minore, piazzata davanti ai gradini sui quali si era seduta tutta la famiglia. Tayari avrebbe rimpoverato il giovane Patelli che avrebbe risposto "guarda cosa devo fare per poter entrare in casa mia".Dopo pochi minuti il giovane sarebbe sceso con il casco in testa e in mano un coltello -questa la versione della donna-. Avrebbero discusso ancora. Patelli avrebbe sfidato la vittima dicendo "fatti sotto se hai coraggio, hai il doppio dei miei anni. Voi arabi solo con le bottiglie rotte sapete colpire". A quel punto Tayari avrebbe messo a terra la bottiglia e sgambettato il giovane. I due sono rimasti a terra a litigare per un minuto, poi Patelli si sarebbe alzato. La vittima anche ma barcollando. Poi sarebbe morta fra le braccia della compagna, davanti alle due bambine. L'avvocato della difesa Pelillo ha posto l'attenzione anche sul contesto familiare per descrivere l'indole della vittima. Eleonora Turco ha confermato di aver denunciato il compagno per maltrattamenti due volte.In aula la deposizione anche della figlia maggiore, 13enne Benedetta, che ha fornito la stessa versione della madre. Ha aggiunto che il papà mostrò al giovane le cicatrici alzando la maglietta. Come per dire non ho paura di te. Poi lo ha sgambettato.L'accusa, con il pm Paolo Mandurino, ha fatto deporre anche un consulente informatico che ha acquisito i tabulati telefonici di patelli per verificare se nelle chat del ragazzo vi fossero precedenti contenuti razzisti. In aula anche il giovane, sempre con gli occhi bassi.Il 1 giugno prossima udienza. Simona Befani