Altre due persone sono state iscritte nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Bara, il cui corpo è stato ritrovato in un dirupo a Ubiale nella notte tra domenica e lunedì. Si tratta di una coppia di fidanzati, lui di Alzano e lei di Seriate, che secondo alcuni testimoni avrebbero inseguito la vittima insieme all'altro indagato, il 54enne di Ubiale. La segnalazione è arrivata in maniera spontanea ai carabinieri da parte di tre giovani che stavano passando in auto proprio nel punto dal quale Bara si è gettato nella scarpata. Secondo i testimoni i tre indagati non solo avrebbero inseguito il giovane, ma l'avrebbero anche visto cadere senza avvertire i soccorsi. La versione coincide in parte con quanto ripreso dalle telecamere posizionate nella zona, le cui immagini hanno immortalato tre persone che rincorrono Bara: i documenti filmati non coprono però l'ultimo tratto percorso dal giovane, gli ultimi duecento metri che lo separavano dall'ormai noto guard-rail. Restano ancora molti punti oscuri, che potranno trovare una soluzione solo dopo l'autopsia, che sarà eseguita venerdì al "Papa Giovanni": c'è soprattutto da capire se Bara è morto sul colpo o se avrebbe potuto essere salvato nel caso in cui in soccorsi fossero stati avvertiti tempestivamente da chi probabilmente ha assistito alla caduta. Procede intanto la gara di solidarietà per la famiglia del giovane scomparso. Oltre ai fondi raccolti ad Almè, paese nel quale Bara viveva, gli organizzatori della festa di Ubiale hanno deciso di non sospendere l'iniziativa, e di devolvere parte del ricavato della tombola al rimpatrio della salma in Senegal.
Altre due persone sono state iscritte nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Bara, il cui corpo è stato ritrovato in un dirupo a Ubiale nella notte tra domenica e lunedì. Si tratta di una coppia di fidanzati, lui di Alzano e lei di Seriate, che secondo alcuni testimoni avrebbero inseguito la vittima insieme all'altro indagato, il 54enne di Ubiale. La segnalazione è arrivata in maniera spontanea ai carabinieri da parte di tre giovani che stavano passando in auto proprio nel punto dal quale Bara si è gettato nella scarpata. Secondo i testimoni i tre indagati non solo avrebbero inseguito il giovane, ma l'avrebbero anche visto cadere senza avvertire i soccorsi. La versione coincide in parte con quanto ripreso dalle telecamere posizionate nella zona, le cui immagini hanno immortalato tre persone che rincorrono Bara: i documenti filmati non coprono però l'ultimo tratto percorso dal giovane, gli ultimi duecento metri che lo separavano dall'ormai noto guard-rail. Restano ancora molti punti oscuri, che potranno trovare una soluzione solo dopo l'autopsia, che sarà eseguita venerdì al "Papa Giovanni": c'è soprattutto da capire se Bara è morto sul colpo o se avrebbe potuto essere salvato nel caso in cui in soccorsi fossero stati avvertiti tempestivamente da chi probabilmente ha assistito alla caduta. Procede intanto la gara di solidarietà per la famiglia del giovane scomparso. Oltre ai fondi raccolti ad Almè, paese nel quale Bara viveva, gli organizzatori della festa di Ubiale hanno deciso di non sospendere l'iniziativa, e di devolvere parte del ricavato della tombola al rimpatrio della salma in Senegal.