Non ha retto la legittima difesa invocata dai difensori di Sandra Fratus, Vanessa Bonaiti e Pietro Ferrari.
21 anni di reclusione è la pena stabiita dalla Corte presieduta dal giudice Petillo, esattamente la stessa richiesta del pm Emma Vittorio. Si tratta della pena minima per un omicidio considerando la convivenza dei due e l'impossibilità di far prevalere le attenuanti sulle aggravanti.
Sandra Fratus è accusata di avere ucciso Ernest Emperor Mohamed, 30enne nigeriano, col quale conviveva nonostante la relazione fosse molto burrascosa. Anni di convivenza caratterizzati da violenze subite dalla donna, mortificazioni e dipendenza.
Il delitto fu commesso il 26 novembre scorso, nell'appartamento della donna al culmine dell'ennesima violenta lite per futili motivi e dell'ennesima violenza fisica subita dalla donna.
L'uomo non trovava il caribatterie del telefono, per questa ragione aveva gettato a terra oggetti e aveva distrutto l'armadio della camera da letto. Poi si era scagliato contro la donna, strattonandola a terra. Infine uno schiaffo in piena faccia. La furia sarebbe scattata proprio per quegli occhiali da vista che la donna aveva faticato ad acquistare e che temeva si fossero rotti cadendo a terra dopo il violento colpo.
Per quello prese dalla tavola un coltello e colpì il compagno. Un solo colpo. Ma fatale.
Un rapporto difficile e una vita difficile quella di sandra Fratus, condizionata dalla tossicodipendenza. Entrambi quella sera avevano assunto stupefacenti.
Ora la difesa ricorrerà in appello e cercherà di valutare un percorso comunitario per Sandra Fratus. L'idea è che la donna possa scontare la pena in una comunità di recupero, fuori quindi dalla cella del carcere. Un modo per recuperarla fisicamente e liberarla dalla droga e per consentirle un reinserimento nella società.
Il servizio di Simona Befani
Non ha retto la legittima difesa invocata dai difensori di Sandra Fratus, Vanessa Bonaiti e Pietro Ferrari.
21 anni di reclusione è la pena stabiita dalla Corte presieduta dal giudice Petillo, esattamente la stessa richiesta del pm Emma Vittorio. Si tratta della pena minima per un omicidio considerando la convivenza dei due e l'impossibilità di far prevalere le attenuanti sulle aggravanti.
Sandra Fratus è accusata di avere ucciso Ernest Emperor Mohamed, 30enne nigeriano, col quale conviveva nonostante la relazione fosse molto burrascosa. Anni di convivenza caratterizzati da violenze subite dalla donna, mortificazioni e dipendenza.
Il delitto fu commesso il 26 novembre scorso, nell'appartamento della donna al culmine dell'ennesima violenta lite per futili motivi e dell'ennesima violenza fisica subita dalla donna.
L'uomo non trovava il caribatterie del telefono, per questa ragione aveva gettato a terra oggetti e aveva distrutto l'armadio della camera da letto. Poi si era scagliato contro la donna, strattonandola a terra. Infine uno schiaffo in piena faccia. La furia sarebbe scattata proprio per quegli occhiali da vista che la donna aveva faticato ad acquistare e che temeva si fossero rotti cadendo a terra dopo il violento colpo.
Per quello prese dalla tavola un coltello e colpì il compagno. Un solo colpo. Ma fatale.
Un rapporto difficile e una vita difficile quella di sandra Fratus, condizionata dalla tossicodipendenza. Entrambi quella sera avevano assunto stupefacenti.
Ora la difesa ricorrerà in appello e cercherà di valutare un percorso comunitario per Sandra Fratus. L'idea è che la donna possa scontare la pena in una comunità di recupero, fuori quindi dalla cella del carcere. Un modo per recuperarla fisicamente e liberarla dalla droga e per consentirle un reinserimento nella società.
Il servizio di Simona Befani