Il mercato della casa continua a soffrire, a Bergamo più che in altre zone d'Italia. Se i dati diffusi dal gruppo immobiliare Tecnocasa rivelano una ripresa delle compravendite, pari nel primo semestre 2016 a un +21,9%, una lieve diminuzione dei tempi d'attesa per la vendita di un immobile a fronte dell'ennesimo ribasso delle quotazioni, la sensazione - in assenza di dati definitivi non ancora disponibili - è che nella nostra provincia si sia raffreddata la già tiepida risalita iniziata nei primi mesi dell'anno. Dall'APPE, Associazione Provinciale della Proprietà Edilizia, infatti, affermano che più che di una ripresa, da gennaio a maggio fosse corretto parlare di una fine della discesa delle transazioni avvenuta negli ultimi anni. Sembra però che al momento torni a prevalere la prudenza: nei primi mesi del 2016, complice un deciso abbassamento dei mutui e una maggiore disponibilità da parte delle banche, chi aveva rimandato per molto tempo l'acquisto della prima casa, aveva fatto il grande passo. In tempi più recenti, invece, il mercato orobico sembra tornato a frenare, soprattutto sulle seconde case (intese non tanto - o non solo - come abitazione in lughi di villeggiatura, ma come investimento, da destinare anche alla locazione). A questo va aggiunto che i tassi dei mutui sono sì bassi, ma che gli istituti di credito difficilmente sono disposti a erogare prestiti che superino il 50-55% del valore di un immobile. Non aiutano poi le voci che parlano di ulteriori oneri per i proprietari di casa, quali il "libretto - sicurezza" o la polizza anti-calamità, rumor diffusi dopo il sisma di agosto, ma recisamente smentiti anche dal presidente del Consiglio. Si tocca però il punto nodale della crisi, affrontando il quale si potrà dare il via a un'effettiva ripresa.
Il mercato della casa continua a soffrire, a Bergamo più che in altre zone d'Italia. Se i dati diffusi dal gruppo immobiliare Tecnocasa rivelano una ripresa delle compravendite, pari nel primo semestre 2016 a un +21,9%, una lieve diminuzione dei tempi d'attesa per la vendita di un immobile a fronte dell'ennesimo ribasso delle quotazioni, la sensazione - in assenza di dati definitivi non ancora disponibili - è che nella nostra provincia si sia raffreddata la già tiepida risalita iniziata nei primi mesi dell'anno. Dall'APPE, Associazione Provinciale della Proprietà Edilizia, infatti, affermano che più che di una ripresa, da gennaio a maggio fosse corretto parlare di una fine della discesa delle transazioni avvenuta negli ultimi anni. Sembra però che al momento torni a prevalere la prudenza: nei primi mesi del 2016, complice un deciso abbassamento dei mutui e una maggiore disponibilità da parte delle banche, chi aveva rimandato per molto tempo l'acquisto della prima casa, aveva fatto il grande passo. In tempi più recenti, invece, il mercato orobico sembra tornato a frenare, soprattutto sulle seconde case (intese non tanto - o non solo - come abitazione in lughi di villeggiatura, ma come investimento, da destinare anche alla locazione). A questo va aggiunto che i tassi dei mutui sono sì bassi, ma che gli istituti di credito difficilmente sono disposti a erogare prestiti che superino il 50-55% del valore di un immobile. Non aiutano poi le voci che parlano di ulteriori oneri per i proprietari di casa, quali il "libretto - sicurezza" o la polizza anti-calamità, rumor diffusi dopo il sisma di agosto, ma recisamente smentiti anche dal presidente del Consiglio. Si tocca però il punto nodale della crisi, affrontando il quale si potrà dare il via a un'effettiva ripresa.