Rischiava il carcere Dino Finolli perchè secondo i pm Rota e Pelosi sussisteva il pericolo di reiterazione del reato in quanto ancora uomo di Stato e dipendente del Ministero dregli Interni. Ma dal 31 gennaio l'ex questore di Bergamo è andato in pensione e la sentenza della Cassazione arriva giusto 2 giorni dopo. E per lui sono scattati gli arresti domiciliari. Lo ha deciso la Cassazione che ha sentenziato su un doppio ricorso. Finolli, insieme all’amico imprenditore Giovanni Cottone, ex marito di Valeria Marini e ora in carcere, è uno dei personaggi più noti dell’inchiesta sullo svuotamento della società di lavoro interinale Maxwork. Per l’ex questore il tribunale del Riesame a novembre aveva disposto i domiciliari ed è su questa decisione(rimasta sospesa) che sono piovuti due ricorsi. Quello dei pm Maria Cristina Rota e Fabio Pelosi, che invocavano il carcere; e quello del difensore Andrea Locatelli che chiedeva sia il rigetto del ricorso dell’accusa (carcere), sia la riforma della decisione del Riesame (domiciliari). Il procuratore generale, pur rilevando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per due episodi di presunta corruzione e pure il pericolo di reiterazione del reato, ha respinto la richiesta di carcere, in quanto Finolli è «soggetto incensurato, sulle cui capacità di autocustodia non vi è motivo di dubitare». Certo è che ora, in pensione, l'ex questore è meno influente. L’inchiesta conta 19 indagati. L’unico in carcere è l’imprenditore Giovanni Cottone, ex marito di Valeria Marini, che aveva violato i domiciliari disposti a settembre.
Rischiava il carcere Dino Finolli perchè secondo i pm Rota e Pelosi sussisteva il pericolo di reiterazione del reato in quanto ancora uomo di Stato e dipendente del Ministero dregli Interni. Ma dal 31 gennaio l'ex questore di Bergamo è andato in pensione e la sentenza della Cassazione arriva giusto 2 giorni dopo. E per lui sono scattati gli arresti domiciliari. Lo ha deciso la Cassazione che ha sentenziato su un doppio ricorso. Finolli, insieme all’amico imprenditore Giovanni Cottone, ex marito di Valeria Marini e ora in carcere, è uno dei personaggi più noti dell’inchiesta sullo svuotamento della società di lavoro interinale Maxwork. Per l’ex questore il tribunale del Riesame a novembre aveva disposto i domiciliari ed è su questa decisione(rimasta sospesa) che sono piovuti due ricorsi. Quello dei pm Maria Cristina Rota e Fabio Pelosi, che invocavano il carcere; e quello del difensore Andrea Locatelli che chiedeva sia il rigetto del ricorso dell’accusa (carcere), sia la riforma della decisione del Riesame (domiciliari). Il procuratore generale, pur rilevando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per due episodi di presunta corruzione e pure il pericolo di reiterazione del reato, ha respinto la richiesta di carcere, in quanto Finolli è «soggetto incensurato, sulle cui capacità di autocustodia non vi è motivo di dubitare». Certo è che ora, in pensione, l'ex questore è meno influente. L’inchiesta conta 19 indagati. L’unico in carcere è l’imprenditore Giovanni Cottone, ex marito di Valeria Marini, che aveva violato i domiciliari disposti a settembre.