Accolta in parte l' istanza della Procura che lo voleva in via Gleno, escluso il capo relativo al pranzo con Cottone e il direttore Inps. Misura per ora non esecutiva: deciderà la Cassazione L' ex questore di Bergamo Dino Finolli rischia di finire agli arresti domiciliari nell' ambito dell' inchiesta Maxwork. Il tribunale del Riesame di Brescia ha infatti accolto (in parte) l' appello presentato dai pm Maria Cristina Rota e Fabio Pelosi contro l' ordinanza con cui il gip Ciro Iacomino aveva escluso il carcere. Secondo il giudice preliminare, Finolli che si è dimesso da questore ma resta in polizia «a disposizione» - non può più reiterare i reati di cui è accusato (corruzione per aver ricevuto, secondo l' accusa, regalìe dall' amico manager Giovanni Cottone in cambio di pressioni finalizzate a ottenere favori). Per la Procura, invece, basta conservare il ruolo da alto dirigente dello Stato per poter continuare a porre in atto condizionamenti. Il Riesame ha accolto il ragionamento dei magistrati inquirenti, riformando parzialmente l' ordinanza del gip e applicando per l' ex questore i domiciliari. C' è da osservare che il provvedimento non è immediatamente esecutivo: verrà applicato solo quando diventerà definitivo. Vale a dire che Finolli ha sempre la facoltà di ricorrere in Cassazione: in questo modo la decisione viene rimpallata alla Suprema corte, ma soprattutto la misura cautelare viene nel frattempo congelata. La misura cautelare è stata disposta per i due capi in cui si imputa all' ex questore di aver esercitato pressioni per far ottenere la cittadinanza italiana alla compagna di Cottone e il porto d' armi a quest' ultimo e per avergli creato una corsia preferenziale (e senza controlli di screening che, per l' accusa, permettevano di esportare valuta straniera in eccedenza almeno in un' occasione) allo scalo di Linate. In cambio di tutto ciò, stando alle contestazioni, Finolli e i suoi familiari avrebbero ricevuto gioielli, viaggi, telefoni. Per il difensore Andrea Locatelli, per contro, il profitto non ci sarebbe. Non è, invece, menzionato nell' ordinanza del Riesame il capo riguardante il pranzo in Città alta con l' allora direttore dell' Inps, che è costato a Finolli l' accusa di istigazione alla corruzione. E questo conferma la linea che lo stesso tribunale aveva adottato sull' episodio dopo il riesame presentato da Cottone contro i domiciliari, escludendo la gravità indiziaria per l' ex marito di Valeria Marini. Ora, dopo l' ultimo pronunciamento, si può arguire che il Riesame non ravvisi tali gravi indizi nemmeno nei confronti di Finolli. «La teoria difensiva che non vi fosse corrispondenza fra condotte contestate e utilità - osserva l' avvocato Locatelli - sembra aver trovato accoglimento con riferimento al capo dell' istigazione alla corruzione, e cioè l' unico episodio che collega la posizione dell' ex questore alla Maxwork». «In questo momento non è che sia contento», dichiarava ieri pomeriggio Finolli a chi gli stava comunicando la decisione del tribunale. Il Riesame ha accolto parzialmente l' appello della Procura pure a riguardo di altri ex manager Maxwork, disponendo (ma anche per loro la misura non è immediatamente esecutiva) il carcere per Massimiliano Cavaliere (era ai domiciliari) e gli arresti in casa per la sua compagna Paola Stucchi, per Placido Sapia, Giampiero Silan e Giuliana Tassari. Intanto, il gip Iacomino, che aveva accolto la richiesta dei pm di aggravamento della misura dopo che Cottone aveva violato gli obblighi dei domiciliari, ha stabilito che l' ex marito della Marini resti a San Vittore.
Accolta in parte l' istanza della Procura che lo voleva in via Gleno, escluso il capo relativo al pranzo con Cottone e il direttore Inps. Misura per ora non esecutiva: deciderà la Cassazione L' ex questore di Bergamo Dino Finolli rischia di finire agli arresti domiciliari nell' ambito dell' inchiesta Maxwork. Il tribunale del Riesame di Brescia ha infatti accolto (in parte) l' appello presentato dai pm Maria Cristina Rota e Fabio Pelosi contro l' ordinanza con cui il gip Ciro Iacomino aveva escluso il carcere. Secondo il giudice preliminare, Finolli che si è dimesso da questore ma resta in polizia «a disposizione» - non può più reiterare i reati di cui è accusato (corruzione per aver ricevuto, secondo l' accusa, regalìe dall' amico manager Giovanni Cottone in cambio di pressioni finalizzate a ottenere favori). Per la Procura, invece, basta conservare il ruolo da alto dirigente dello Stato per poter continuare a porre in atto condizionamenti. Il Riesame ha accolto il ragionamento dei magistrati inquirenti, riformando parzialmente l' ordinanza del gip e applicando per l' ex questore i domiciliari. C' è da osservare che il provvedimento non è immediatamente esecutivo: verrà applicato solo quando diventerà definitivo. Vale a dire che Finolli ha sempre la facoltà di ricorrere in Cassazione: in questo modo la decisione viene rimpallata alla Suprema corte, ma soprattutto la misura cautelare viene nel frattempo congelata. La misura cautelare è stata disposta per i due capi in cui si imputa all' ex questore di aver esercitato pressioni per far ottenere la cittadinanza italiana alla compagna di Cottone e il porto d' armi a quest' ultimo e per avergli creato una corsia preferenziale (e senza controlli di screening che, per l' accusa, permettevano di esportare valuta straniera in eccedenza almeno in un' occasione) allo scalo di Linate. In cambio di tutto ciò, stando alle contestazioni, Finolli e i suoi familiari avrebbero ricevuto gioielli, viaggi, telefoni. Per il difensore Andrea Locatelli, per contro, il profitto non ci sarebbe. Non è, invece, menzionato nell' ordinanza del Riesame il capo riguardante il pranzo in Città alta con l' allora direttore dell' Inps, che è costato a Finolli l' accusa di istigazione alla corruzione. E questo conferma la linea che lo stesso tribunale aveva adottato sull' episodio dopo il riesame presentato da Cottone contro i domiciliari, escludendo la gravità indiziaria per l' ex marito di Valeria Marini. Ora, dopo l' ultimo pronunciamento, si può arguire che il Riesame non ravvisi tali gravi indizi nemmeno nei confronti di Finolli. «La teoria difensiva che non vi fosse corrispondenza fra condotte contestate e utilità - osserva l' avvocato Locatelli - sembra aver trovato accoglimento con riferimento al capo dell' istigazione alla corruzione, e cioè l' unico episodio che collega la posizione dell' ex questore alla Maxwork». «In questo momento non è che sia contento», dichiarava ieri pomeriggio Finolli a chi gli stava comunicando la decisione del tribunale. Il Riesame ha accolto parzialmente l' appello della Procura pure a riguardo di altri ex manager Maxwork, disponendo (ma anche per loro la misura non è immediatamente esecutiva) il carcere per Massimiliano Cavaliere (era ai domiciliari) e gli arresti in casa per la sua compagna Paola Stucchi, per Placido Sapia, Giampiero Silan e Giuliana Tassari. Intanto, il gip Iacomino, che aveva accolto la richiesta dei pm di aggravamento della misura dopo che Cottone aveva violato gli obblighi dei domiciliari, ha stabilito che l' ex marito della Marini resti a San Vittore.