Prelevavano 500mila euro per volta in contanti da vari sportelli postali su un conto corrente intestato a una società attiva nel commercio di ferro per l'edilizia, sul quale per contro confluivano vari assegni e bonifici da altre imprese. Questi movimenti hanno insospettito la Guardia di Finanza di Bergamo, che ha avviato una serie di accertamenti dai quali è scaturita la denuncia alla Procura per violazione alle norme sul trasferimento di denaro contante per 4 persone. Le indagini successive hanno fatto emergere un sistema di frode coordinato da un imprenditore di origini bresciane che operava nel settore del commercio del ferro per l'edilizia nelle provincie di Bergamo e Brescia e che, tramite società intestate a prestanome, dal 2009 al 2011 avrebbe frodato il fisco per oltre 8 milioni di euro. L'indagine si è conclusa con la denuncia di 16 persone per vari reati fiscali, mentre all'imprenditore bresciano sono stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore di oltre 600.000 euro. Denunciati anche 7 operatori di sportello e 5 direttori degli Uffici Postali coinvolti nella movimentazione dei contanti, per non avere eseguito sufficienti controlli. Le verifiche hanno portato alla scoperta di ricavi non dichiarati ai fini IRES ed IRAP per oltre 80 milioni di euro, IVA dovuta per oltre 10 milioni e costi indeducibili per circa 1,5 milioni di euro.
Prelevavano 500mila euro per volta in contanti da vari sportelli postali su un conto corrente intestato a una società attiva nel commercio di ferro per l'edilizia, sul quale per contro confluivano vari assegni e bonifici da altre imprese. Questi movimenti hanno insospettito la Guardia di Finanza di Bergamo, che ha avviato una serie di accertamenti dai quali è scaturita la denuncia alla Procura per violazione alle norme sul trasferimento di denaro contante per 4 persone. Le indagini successive hanno fatto emergere un sistema di frode coordinato da un imprenditore di origini bresciane che operava nel settore del commercio del ferro per l'edilizia nelle provincie di Bergamo e Brescia e che, tramite società intestate a prestanome, dal 2009 al 2011 avrebbe frodato il fisco per oltre 8 milioni di euro. L'indagine si è conclusa con la denuncia di 16 persone per vari reati fiscali, mentre all'imprenditore bresciano sono stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore di oltre 600.000 euro. Denunciati anche 7 operatori di sportello e 5 direttori degli Uffici Postali coinvolti nella movimentazione dei contanti, per non avere eseguito sufficienti controlli. Le verifiche hanno portato alla scoperta di ricavi non dichiarati ai fini IRES ed IRAP per oltre 80 milioni di euro, IVA dovuta per oltre 10 milioni e costi indeducibili per circa 1,5 milioni di euro.