Il coraggio di chiamare le cose con il loro nome: la criminalità organizzata da noi esiste. Lo dimostrano i dati raccolti nel quarto dossier 'Mafie e criminalità organizzata in provincia di Bergamo', redatto da Luca Bonzanni per l'Osservatorio sulle mafie in Bergamasca, e presentato da Libera. Una presenza che negli anni ha cambiato la sua strategia, ma che non per questo ha perso la sua efficacia, come ha sottolineato Alberto Nobili, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano, ospite della serata organizzata dall'associazione. Il pericolo è che l'opinione pubblica non si renda conto della presenza pervasiva della criminalità organizzata vicino a casa, distratta anche da messaggi che arrivano da più fronti, non ultimo quello della politica, che non sembra porre la lotta alle mafie tra le sue priorità.
Il coraggio di chiamare le cose con il loro nome: la criminalità organizzata da noi esiste. Lo dimostrano i dati raccolti nel quarto dossier 'Mafie e criminalità organizzata in provincia di Bergamo', redatto da Luca Bonzanni per l'Osservatorio sulle mafie in Bergamasca, e presentato da Libera. Una presenza che negli anni ha cambiato la sua strategia, ma che non per questo ha perso la sua efficacia, come ha sottolineato Alberto Nobili, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano, ospite della serata organizzata dall'associazione. Il pericolo è che l'opinione pubblica non si renda conto della presenza pervasiva della criminalità organizzata vicino a casa, distratta anche da messaggi che arrivano da più fronti, non ultimo quello della politica, che non sembra porre la lotta alle mafie tra le sue priorità.