Mentre il vento quasi primaverile di questo inizio ottobre tiene per ora sotto la soglia-limite il livello di polveri sottili nell'aria, Legambiente lancia l'allarme su un altro nemico della nostra salute, spesso sottovalutato: l'ozono. Nel suo Rapporto sull'inquinamento estivo in Lombardia, l'associazione parla di quella del 2018 come di una "lunga estate inquinata". I livelli di questo gas tossico, che non si forma dai tubi di scarico, ma da reazioni chimiche atmosferiche, è solitamente presente più in zone che saremmo portati a considerare salubri (campagna e montagna), e meno nelle aree cittadine. L'uomo però anche in questo caso peggiora le cose con gli inquinanti urbani, primo tra tutti quello dei motori diesel. Nell'estate appena trascorsa le cose sono andate male anche nella nostra provincia. Se il record di giorni di superamento del limiti consentiti (120 microgrammi per metrocubo) è andato a Brescia, con 101, Bergamo si posiziona nella parte alta di questa poco invidiabile classifica, con 85 giorni. Questo è quanto ci lasciamo alle spalle, alla vigilia di una stagione tradizionalmente caratterizzata dall'inquinamento da polveri sottili. Il bilancio compiuto dall'associazione ambientalista, che copre il periodo tra l'inverno '17 e l'estate di quest'anno, ci restituisce la fotografia di un territorio, quello della nostra provincia, nel quale per 165 giorni (quasi uno su due), a causa delle polveri sottili prima e dell'ozono poi, i cittadini sono costretti a respirare aria avvelenata.
Mentre il vento quasi primaverile di questo inizio ottobre tiene per ora sotto la soglia-limite il livello di polveri sottili nell'aria, Legambiente lancia l'allarme su un altro nemico della nostra salute, spesso sottovalutato: l'ozono. Nel suo Rapporto sull'inquinamento estivo in Lombardia, l'associazione parla di quella del 2018 come di una "lunga estate inquinata". I livelli di questo gas tossico, che non si forma dai tubi di scarico, ma da reazioni chimiche atmosferiche, è solitamente presente più in zone che saremmo portati a considerare salubri (campagna e montagna), e meno nelle aree cittadine. L'uomo però anche in questo caso peggiora le cose con gli inquinanti urbani, primo tra tutti quello dei motori diesel. Nell'estate appena trascorsa le cose sono andate male anche nella nostra provincia. Se il record di giorni di superamento del limiti consentiti (120 microgrammi per metrocubo) è andato a Brescia, con 101, Bergamo si posiziona nella parte alta di questa poco invidiabile classifica, con 85 giorni. Questo è quanto ci lasciamo alle spalle, alla vigilia di una stagione tradizionalmente caratterizzata dall'inquinamento da polveri sottili. Il bilancio compiuto dall'associazione ambientalista, che copre il periodo tra l'inverno '17 e l'estate di quest'anno, ci restituisce la fotografia di un territorio, quello della nostra provincia, nel quale per 165 giorni (quasi uno su due), a causa delle polveri sottili prima e dell'ozono poi, i cittadini sono costretti a respirare aria avvelenata.