Ci siamo lasciati alle spalle un altro anno nero sul fronte dell'inquinamento. Lo rileva Legambiente Lombardia, che ha reso noti i dati relativi al superamento dei livelli di polveri sottili consentito dalle normative europee, sia in termini di concentrazioni, sia di numero di giorni in cui il tetto di 50 microgrammi per metrocubo è stato sfondato. Le concentrazioni medie di Pm10 sono cresciute rispetto al 2016, e anche la tendenza al miglioramento che si era avvertita su un periodo più lungo ha mostrato segni di rallentamento. Nel nostro capoluogo la concentrazione media annua è stata di 37,5 microgrammi, contro i 31,8 dell'anno precedente. La soglia critica è stata superata per 80 giorni, contro i 53 del 2016. Sul fronte dei livelli di Pm10, la maglia nera è andata a Cremona, in vetta anche nella poco lusinghiera classifica del numero di giorni di superamento della soglia critica. Certo, l'anno appena concluso si ricorderà come uno dei più asciutti, e la mancanza di precipitazioni contribuisce non poco all'innalzamento degli agenti inquinanti. Va poi considerato che a causare l'accumulo di sostanze nocive non è solo il traffico veicolare: entrano in gioco le emissioni di impianti di riscaldamento e quelle generate dalle industrie, oltre a quelle agrozootecniche. Sta di fatto che, indipendentemente dai provvedimenti regionali, la qualità dell'aria rimane pessima. Secondo Legambiente "occorreranno cinquant'anni per far rientrare l'area padana tra quelle con un livello adeguato di salubrità per quanto riguarda l'inquinamento da polveri sottili". Dall'associazione ambientalista auspicano per il 2018 una "road map" per l'estinzione dei motori diesel, e il consolidamento di politiche per il contenimento del traffico. Nell'attesa, però, sembra restare solo la danza della pioggia.
Ci siamo lasciati alle spalle un altro anno nero sul fronte dell'inquinamento. Lo rileva Legambiente Lombardia, che ha reso noti i dati relativi al superamento dei livelli di polveri sottili consentito dalle normative europee, sia in termini di concentrazioni, sia di numero di giorni in cui il tetto di 50 microgrammi per metrocubo è stato sfondato. Le concentrazioni medie di Pm10 sono cresciute rispetto al 2016, e anche la tendenza al miglioramento che si era avvertita su un periodo più lungo ha mostrato segni di rallentamento. Nel nostro capoluogo la concentrazione media annua è stata di 37,5 microgrammi, contro i 31,8 dell'anno precedente. La soglia critica è stata superata per 80 giorni, contro i 53 del 2016. Sul fronte dei livelli di Pm10, la maglia nera è andata a Cremona, in vetta anche nella poco lusinghiera classifica del numero di giorni di superamento della soglia critica. Certo, l'anno appena concluso si ricorderà come uno dei più asciutti, e la mancanza di precipitazioni contribuisce non poco all'innalzamento degli agenti inquinanti. Va poi considerato che a causare l'accumulo di sostanze nocive non è solo il traffico veicolare: entrano in gioco le emissioni di impianti di riscaldamento e quelle generate dalle industrie, oltre a quelle agrozootecniche. Sta di fatto che, indipendentemente dai provvedimenti regionali, la qualità dell'aria rimane pessima. Secondo Legambiente "occorreranno cinquant'anni per far rientrare l'area padana tra quelle con un livello adeguato di salubrità per quanto riguarda l'inquinamento da polveri sottili". Dall'associazione ambientalista auspicano per il 2018 una "road map" per l'estinzione dei motori diesel, e il consolidamento di politiche per il contenimento del traffico. Nell'attesa, però, sembra restare solo la danza della pioggia.