Alessandro Patelli era stato condannato a 21 anni di carcere lo scorso 18 novembre per avere ucciso Marwen Tajari in via Novelli l'8 agosto 2021.
Ora sono state rese note le motivazioni della decisione della Corte d'Assise.
Il presidente Giovanni Petillo nella premessa cita il film "Sliding doors" letteralmente porte scorrevoli. Questo per far capire come un banale episodio abbia cambiato fatalmente il tragitto della vittima e della sua famiglia, ma anche dell'assssino. Un momento preciso che ha cambiato imprevedibilmente la piega e mutato il destino di tutti gli attori del processo facendo incontrare le loro strade, fino a quel momento parallele, in quell'istante preciso.
Tayari stava tornando a casa e ha incontrato un clochard che conosceva. Si è fermato a parlare e ha deciso di fermarsi davanti a casa Patelli. Il giovane invece, che quella mattina doveva rimanere a casa, è andato di corsa al terreno di Trescore dopo la notizia che il fratello era rimasto ferito con una motosega.
Qui i destini dei due si incociano fatalmente.
La Corte poi si sofferma sulla dinamica e sul momento dell'aggressione. Non regge la prospettiva della legittima difesa, secondo la Corte, che è invece parla di dinamica tipicamente omicidiaria rifacendoli alle parole del medico legale Marchesi. La Corte ravvisa la condotta aggressiva di patelli e le ferite penetranti, e non a scorrimento superficiale, ne sarebbero la riprova. Penetranti e ripetute, sei coltellate. E tutte in zone anatomiche molto delicate. Non casuali secondo la Corte.
Sulla invocata legittima difesa la Corte specifica infine che anche qualora l'atteggioamento del Tayari potesse non essere remissivo, comunque non è invocabile la legittima difesa - si legge - da parte di colui che abbia innescato o accettato un duello". La legittima difesa, specificano le motivazioni, è invocabile solo se proporzionale all'offesa e se inevitabile, se non ci sono alternative. Patelli invece - chiosa la Corte- se avesse percepito un atteggiamento aggressivo del Tayari, avrebbe potuto scegliere di andarsene via. E non lo ha fatto.
Il servizio di Simona Befani
Alessandro Patelli era stato condannato a 21 anni di carcere lo scorso 18 novembre per avere ucciso Marwen Tajari in via Novelli l'8 agosto 2021.
Ora sono state rese note le motivazioni della decisione della Corte d'Assise.
Il presidente Giovanni Petillo nella premessa cita il film "Sliding doors" letteralmente porte scorrevoli. Questo per far capire come un banale episodio abbia cambiato fatalmente il tragitto della vittima e della sua famiglia, ma anche dell'assssino. Un momento preciso che ha cambiato imprevedibilmente la piega e mutato il destino di tutti gli attori del processo facendo incontrare le loro strade, fino a quel momento parallele, in quell'istante preciso.
Tayari stava tornando a casa e ha incontrato un clochard che conosceva. Si è fermato a parlare e ha deciso di fermarsi davanti a casa Patelli. Il giovane invece, che quella mattina doveva rimanere a casa, è andato di corsa al terreno di Trescore dopo la notizia che il fratello era rimasto ferito con una motosega.
Qui i destini dei due si incociano fatalmente.
La Corte poi si sofferma sulla dinamica e sul momento dell'aggressione. Non regge la prospettiva della legittima difesa, secondo la Corte, che è invece parla di dinamica tipicamente omicidiaria rifacendoli alle parole del medico legale Marchesi. La Corte ravvisa la condotta aggressiva di patelli e le ferite penetranti, e non a scorrimento superficiale, ne sarebbero la riprova. Penetranti e ripetute, sei coltellate. E tutte in zone anatomiche molto delicate. Non casuali secondo la Corte.
Sulla invocata legittima difesa la Corte specifica infine che anche qualora l'atteggioamento del Tayari potesse non essere remissivo, comunque non è invocabile la legittima difesa - si legge - da parte di colui che abbia innescato o accettato un duello". La legittima difesa, specificano le motivazioni, è invocabile solo se proporzionale all'offesa e se inevitabile, se non ci sono alternative. Patelli invece - chiosa la Corte- se avesse percepito un atteggiamento aggressivo del Tayari, avrebbe potuto scegliere di andarsene via. E non lo ha fatto.
Il servizio di Simona Befani