Il 30 giugno la variante di Zogno non aprirà, questa al momento è l'unica certezza, anche se il presidente della Provincia Gafforelli ed anche l'assessore regionale Terzi si sono sbilanciati nello stimare il ritardo in quattro settimane. Ufficialmente sarebbero problemi legati ad un intoppo geologico rilevato e risolto dai rocciatori qualche mese fa. Tempi peraltro già assorbiti sussurrano in cantiere, una macchina h24 che la Collini ha attivato perchè i tempi, riferiscono dall'azienda, siano rispettati. Anche l'asfaltatura è fatta. Il cantiere, per quanto di loro competenza, verrà completato a cavallo di fine giugno come promesso. Il ritardo nell'apertura della galleria deve allora dipendere da altre ragioni. Il nodo cruciale sarebbe l'impianto antincendio. Un inghippo normativo, dettato dal fatto che il progetto è datato. Fatto sta che nella galleria Monte di Zogno lunga oltre due chilometri gli estintori e le colonnine già installate per intervenire in caso di incendio non sarebbero sufficienti. Servirebbe invece secondo le nuove normative l'installazione di un complesso impianto di estinzione automatico, con tubi idraulici fissati alla volta del tunnel da cui l'acqua verrebbe spruzzata in caso di fiamme. Costo due milioni. Il tema è noto a Provincia e Regione che ci stanno ragionando da mesi. Non una questione secondaria, si parla della sicurezza per chi transiterà nelle gallerie. E qualunque decisione verrà presa, ci sarà poi il collaudo da superare. Simona Befani
Il 30 giugno la variante di Zogno non aprirà, questa al momento è l'unica certezza, anche se il presidente della Provincia Gafforelli ed anche l'assessore regionale Terzi si sono sbilanciati nello stimare il ritardo in quattro settimane. Ufficialmente sarebbero problemi legati ad un intoppo geologico rilevato e risolto dai rocciatori qualche mese fa. Tempi peraltro già assorbiti sussurrano in cantiere, una macchina h24 che la Collini ha attivato perchè i tempi, riferiscono dall'azienda, siano rispettati. Anche l'asfaltatura è fatta. Il cantiere, per quanto di loro competenza, verrà completato a cavallo di fine giugno come promesso. Il ritardo nell'apertura della galleria deve allora dipendere da altre ragioni. Il nodo cruciale sarebbe l'impianto antincendio. Un inghippo normativo, dettato dal fatto che il progetto è datato. Fatto sta che nella galleria Monte di Zogno lunga oltre due chilometri gli estintori e le colonnine già installate per intervenire in caso di incendio non sarebbero sufficienti. Servirebbe invece secondo le nuove normative l'installazione di un complesso impianto di estinzione automatico, con tubi idraulici fissati alla volta del tunnel da cui l'acqua verrebbe spruzzata in caso di fiamme. Costo due milioni. Il tema è noto a Provincia e Regione che ci stanno ragionando da mesi. Non una questione secondaria, si parla della sicurezza per chi transiterà nelle gallerie. E qualunque decisione verrà presa, ci sarà poi il collaudo da superare. Simona Befani