E' una donna di 43 anni di origini marocchine già precedentemente arrestata dai carabinieri della Compagnia di Treviglio lo scorso febbraio perchè trovata a Brembate con tre banconote false ed un etto di hashish nascosto nel reggiseno. In quella circostanza venne condannata dal Tribunale di Bergamo ad un anno e quattro mesi di reclusione, con il beneficio della condizionale. Dopo quell’arresto in flagranza di reato, sono partiti gli approfondimenti del caso dei Carabinieri che hanno ricostruito la fitta rete di spaccio messa in piedi in prevalenza a Treviglio, ma anche a Dalmine, Caravaggio, Calvenzano, Fornovo San Giovanni. Era chiamata la «zia» da molti degli acquirenti di droga, tutti italiani, che spesso incontravano la loro fornitrice anche all’interno di bar e sale giochi, oltre che in strada. I militari hanno ricostruito complessivamente centinaia di episodi di spaccio di hashish e cocaina tra dicembre e gennaio scorsi. La donna è stata arrestata e trasferita in carcere a Bergamo.
E' una donna di 43 anni di origini marocchine già precedentemente arrestata dai carabinieri della Compagnia di Treviglio lo scorso febbraio perchè trovata a Brembate con tre banconote false ed un etto di hashish nascosto nel reggiseno. In quella circostanza venne condannata dal Tribunale di Bergamo ad un anno e quattro mesi di reclusione, con il beneficio della condizionale. Dopo quell’arresto in flagranza di reato, sono partiti gli approfondimenti del caso dei Carabinieri che hanno ricostruito la fitta rete di spaccio messa in piedi in prevalenza a Treviglio, ma anche a Dalmine, Caravaggio, Calvenzano, Fornovo San Giovanni. Era chiamata la «zia» da molti degli acquirenti di droga, tutti italiani, che spesso incontravano la loro fornitrice anche all’interno di bar e sale giochi, oltre che in strada. I militari hanno ricostruito complessivamente centinaia di episodi di spaccio di hashish e cocaina tra dicembre e gennaio scorsi. La donna è stata arrestata e trasferita in carcere a Bergamo.