La Guardia di Finanza di Clusone ha scoperto un giro di fatture false per un valore di 270 milioni di euro nel settore del commercio dei filati, che ha comportato un danno per l'erario di 40 milioni. Tutto è partito da una verifica effettuata presso un'azienda di Cene, dopo un improvviso aumento del volume di affari avvenuto negli ultimi due anni, che ha insospettito i militari: i controlli hanno scoperchiato un'attività basata sulla costituzione di società fittizie, tanto in Italia quanto all'estero, gestite da prestanome. Il giro di fatture false partiva dall'Italia, passava per Polonia e Slovacchia, tornava nel nostro Paese attraverso una serie di società cartiere, e si concludeva presso le medesime imprese che avevano dato inizio al giro, il tutto senza che vi fosse una reale movimentazione di merce. In questo modo i soggetti coinvolti potevano usufruire dei benefici previsti per le operazioni intracomunitarie, potendo così incassare un ingente credito IVA. In conclusione dell'operazione, sono state denunciate 58 persone, di cui sei residenti in provincia di Bergamo; coinvolte 96 società.
La Guardia di Finanza di Clusone ha scoperto un giro di fatture false per un valore di 270 milioni di euro nel settore del commercio dei filati, che ha comportato un danno per l'erario di 40 milioni. Tutto è partito da una verifica effettuata presso un'azienda di Cene, dopo un improvviso aumento del volume di affari avvenuto negli ultimi due anni, che ha insospettito i militari: i controlli hanno scoperchiato un'attività basata sulla costituzione di società fittizie, tanto in Italia quanto all'estero, gestite da prestanome. Il giro di fatture false partiva dall'Italia, passava per Polonia e Slovacchia, tornava nel nostro Paese attraverso una serie di società cartiere, e si concludeva presso le medesime imprese che avevano dato inizio al giro, il tutto senza che vi fosse una reale movimentazione di merce. In questo modo i soggetti coinvolti potevano usufruire dei benefici previsti per le operazioni intracomunitarie, potendo così incassare un ingente credito IVA. In conclusione dell'operazione, sono state denunciate 58 persone, di cui sei residenti in provincia di Bergamo; coinvolte 96 società.