Quasi un miliardo e duecento milioni di euro: a tanto ammontano le rimesse, cioè i soldi, che i lavoratori immigrati che vivono in Lombardia inviano ai loro Paesi d'origine: è un dato che va in controtendenza rispetto al resto d'italia, dove si registra una diminuzione dell'1,5%. Bergamo è decima nella classifica nazionale per importi inviati, con 104 milioni di euro, cresciuti tra il 2014 e il 2015 del 6%. Quasi il 19% del denaro inviato dalla provincia orobica raggiunge il Senegal. Tra le destinazioni oggetto dei maggiori trasferimenti in Lombardia anche Pakistan, Filippine e Bangladesh, mentre continuano a ridursi le rimesse cinesi. Da un lato, al fenomeno va data una lettura positiva: può essere infatti segno di un calo della disoccupazione, e un contributo allo sviuluppo dei Paesi di destinazione. Va però considerato che i dati riportati si riferiscono agli importi ufficialmente trasferiti a Paesi stranieri. Uno studio di Bankitalia stima infatti che una quota tra i 10 e il 30% costituirebbe le cosiddette 'rimesse invisibili': denaro che viene portato in patria direttamente dai lavoratori stranieri, o che viaggia su canali non ufficiali. Legato a questo tema c'è un altro punto estremamente delicato, che coinvolge la sicurezza: si fanno sempre più stretti da parte delle autorità i controlli sui flussi di denaro verso Paesi stranieri, che potrebbero finanziare organizzazioni criminali.
Quasi un miliardo e duecento milioni di euro: a tanto ammontano le rimesse, cioè i soldi, che i lavoratori immigrati che vivono in Lombardia inviano ai loro Paesi d'origine: è un dato che va in controtendenza rispetto al resto d'italia, dove si registra una diminuzione dell'1,5%. Bergamo è decima nella classifica nazionale per importi inviati, con 104 milioni di euro, cresciuti tra il 2014 e il 2015 del 6%. Quasi il 19% del denaro inviato dalla provincia orobica raggiunge il Senegal. Tra le destinazioni oggetto dei maggiori trasferimenti in Lombardia anche Pakistan, Filippine e Bangladesh, mentre continuano a ridursi le rimesse cinesi. Da un lato, al fenomeno va data una lettura positiva: può essere infatti segno di un calo della disoccupazione, e un contributo allo sviuluppo dei Paesi di destinazione. Va però considerato che i dati riportati si riferiscono agli importi ufficialmente trasferiti a Paesi stranieri. Uno studio di Bankitalia stima infatti che una quota tra i 10 e il 30% costituirebbe le cosiddette 'rimesse invisibili': denaro che viene portato in patria direttamente dai lavoratori stranieri, o che viaggia su canali non ufficiali. Legato a questo tema c'è un altro punto estremamente delicato, che coinvolge la sicurezza: si fanno sempre più stretti da parte delle autorità i controlli sui flussi di denaro verso Paesi stranieri, che potrebbero finanziare organizzazioni criminali.