-Caravaggio come Roma, un confronto azzardato è vero, ma che serve a farci capire come, alla fine, in cabina elettorale ci vadano gli elettori e nessun accordo politico abbia basi assolutamente certe. Figuriamoci quando una coalizione si divide. La politica insomma, soprattutto nelle ultime tornate elettorali, si è abituata a fare i conti senza l'oste. Si può condizionare il voto, certo, ma capita anche, alle volte, che siano gli elettori a dire basta a beghe, intrighi, scontri, ribaltoni o, provocatoriamente, a interrompere il lungo governo di chi si crede un padre-padrone, per far capire che esiste anche la gente quella che, solitamente, è messa al primo posto dei programmi elettorali, salvo poi dimenticarsene una volta eletti, ma che è capace di esprimere un voto in libertà. In bergamasca, a Caravaggio in particolare, è accaduto un po' questo. Il Centrodestra si è fatto la guerra, lo sappiamo, c'è chi ha deciso di guardare dalla parte opposta favorendo il Centrosinistra, sappiamo anche questo. Ma noi non attribuiamo alla politica locale tutto questo potere, noi propendiamo per una stanchezza dell'elettorato a un certo modo di fare politica, quello che si arroga il potere di spostare voti e condizionare il nostro volere all'interno del seggio, indipendentemente dallo schieramento. Sappiamo che è capitato e che capiterà ancora, ma sappiamo anche che il voto resta, per il momento, segreto e che quando lo esprimiamo non ci vede proprio nessuno. E' per tutto questo che a Caravaggio, probabilmente, più che Baruffi e Forza Italia, è stata la gente a voler cambiare; non si sa se per il meglio e se per il peggio, non propendiamo per l'una o l'altra parte politica, ma semplicemente per il diritto a scegliere di chi, purtroppo troppo pochi, ha deciso di esprime quel diritto-dovere che si chiama voto.
-Caravaggio come Roma, un confronto azzardato è vero, ma che serve a farci capire come, alla fine, in cabina elettorale ci vadano gli elettori e nessun accordo politico abbia basi assolutamente certe. Figuriamoci quando una coalizione si divide. La politica insomma, soprattutto nelle ultime tornate elettorali, si è abituata a fare i conti senza l'oste. Si può condizionare il voto, certo, ma capita anche, alle volte, che siano gli elettori a dire basta a beghe, intrighi, scontri, ribaltoni o, provocatoriamente, a interrompere il lungo governo di chi si crede un padre-padrone, per far capire che esiste anche la gente quella che, solitamente, è messa al primo posto dei programmi elettorali, salvo poi dimenticarsene una volta eletti, ma che è capace di esprimere un voto in libertà. In bergamasca, a Caravaggio in particolare, è accaduto un po' questo. Il Centrodestra si è fatto la guerra, lo sappiamo, c'è chi ha deciso di guardare dalla parte opposta favorendo il Centrosinistra, sappiamo anche questo. Ma noi non attribuiamo alla politica locale tutto questo potere, noi propendiamo per una stanchezza dell'elettorato a un certo modo di fare politica, quello che si arroga il potere di spostare voti e condizionare il nostro volere all'interno del seggio, indipendentemente dallo schieramento. Sappiamo che è capitato e che capiterà ancora, ma sappiamo anche che il voto resta, per il momento, segreto e che quando lo esprimiamo non ci vede proprio nessuno. E' per tutto questo che a Caravaggio, probabilmente, più che Baruffi e Forza Italia, è stata la gente a voler cambiare; non si sa se per il meglio e se per il peggio, non propendiamo per l'una o l'altra parte politica, ma semplicemente per il diritto a scegliere di chi, purtroppo troppo pochi, ha deciso di esprime quel diritto-dovere che si chiama voto.