L'ultimo straziante saluto a Daniela Roveri stamane nella chiesa di Ognissanti al Cimitero. Una folla commossa e ancora sotto choc ha partecipato silenziosa al funerale della 48enne di Colognola uccisa brutralmente martedì sera nell'androne del palazzo dove abitava, con la mamma Silvia in prima fila distrutta dal dolore. «Potremmo parlare di tante cose, del male che ti è stato fatto, di quell'uomo che non è degno di essere chiamato uomo. Ma non lo faremo, perché non avresti voluto. L'uomo, quello con la u maiuscola, è quello che si spende per gli altri, per dei valori. Il lavoro la famiglia, gli impegni, viaggiare: tutto ciò che di positivo c'è nella vita, e ciò che tu eri». È un passaggio della lettera che gli amici di Daniela Roveri, la 48enne di Colognola uccisa martedì sera, hanno letto al termine del funerale nella chiesa di Ognissanti, al cimitero «Oggi sei qui con noi. Ci hai semplicemente anticipato in un posto migliore. Non è un addio, è solo un arrivederci». Tanti i colleghi, gli amici e i parenti che hanno voluto dare l'ultimo saluto a Daniela, morta tragicamente per mano di un assassino ancora sconosciuto. La bara in legno chiaro era ricoperta di rose bianche e gialle. «Non siamo qui ad indagare sul come e sul perché» ha ammonito dall'altare frate Marco Bergamelli, che ha celebrato le esequie insieme al parroco di Colognola, don Francesco Poli: «Morire così è sempre incomprensibile: ora Daniela è nella vita eterna, e ci vorrebbe chiedere di rimanere vicina alla sua mamma». Silva Arvati era in prima fila, stretta in un cappotto blu, straziata dal dolore, circondata dai parenti. Ha seguito tutta la liturgia con gli occhi alla bara della figlia. Poi all'uscita una sola straziante frase, mormorata tra le lacrime: «L'ho persa per sempre». Ora per mamma Silvia che si faccia giustizia, che si trovi l'assassino.
L'ultimo straziante saluto a Daniela Roveri stamane nella chiesa di Ognissanti al Cimitero. Una folla commossa e ancora sotto choc ha partecipato silenziosa al funerale della 48enne di Colognola uccisa brutralmente martedì sera nell'androne del palazzo dove abitava, con la mamma Silvia in prima fila distrutta dal dolore. «Potremmo parlare di tante cose, del male che ti è stato fatto, di quell'uomo che non è degno di essere chiamato uomo. Ma non lo faremo, perché non avresti voluto. L'uomo, quello con la u maiuscola, è quello che si spende per gli altri, per dei valori. Il lavoro la famiglia, gli impegni, viaggiare: tutto ciò che di positivo c'è nella vita, e ciò che tu eri». È un passaggio della lettera che gli amici di Daniela Roveri, la 48enne di Colognola uccisa martedì sera, hanno letto al termine del funerale nella chiesa di Ognissanti, al cimitero «Oggi sei qui con noi. Ci hai semplicemente anticipato in un posto migliore. Non è un addio, è solo un arrivederci». Tanti i colleghi, gli amici e i parenti che hanno voluto dare l'ultimo saluto a Daniela, morta tragicamente per mano di un assassino ancora sconosciuto. La bara in legno chiaro era ricoperta di rose bianche e gialle. «Non siamo qui ad indagare sul come e sul perché» ha ammonito dall'altare frate Marco Bergamelli, che ha celebrato le esequie insieme al parroco di Colognola, don Francesco Poli: «Morire così è sempre incomprensibile: ora Daniela è nella vita eterna, e ci vorrebbe chiedere di rimanere vicina alla sua mamma». Silva Arvati era in prima fila, stretta in un cappotto blu, straziata dal dolore, circondata dai parenti. Ha seguito tutta la liturgia con gli occhi alla bara della figlia. Poi all'uscita una sola straziante frase, mormorata tra le lacrime: «L'ho persa per sempre». Ora per mamma Silvia che si faccia giustizia, che si trovi l'assassino.