Aprile 1916, 100 anni fa esatti, gli alpini scrissero, tra mille sacrifici e sofferenze, una pagina importante della Prima Guerra mondiale ad alta quota, quella della «Guerra bianca» in Adamello. Le «Penne nere bergamasche» con il capitano Nino Calvi, comandante del battaglione sciatori Garibaldi, il fratello tenente Attilio di Piazza Brembana e il capitano Gennaro Sora di Foresto Sparso, soltanto per citare i nomi più conosciuti, furono tra i protagonisti di giornate storiche. Imprese belliche e alpinistiche, tra freddo, tormente e gli austriaci da sconfiggere a quote ben oltre i 3mila metri. La prima importante azione la mattina del 12 aprile 1916 quando gli alpini, partiti durante la notte dal Rifugio Garibaldi al comando del capitano Nino Calvi, conquistarono la linea austriaca Lobbia Alta-Cresta Croce-Dosson di Genova-Monte Fumo. Dopo due settimane destinate al consolidamento delle posizioni, il 29 e 30 aprile venne attaccata la più orientale delle linee di difesa austriache, la cresta Crozzon di Fargorida-Crozzon di Lares-Passo di Cavento. Fu in questa seconda azione che, ferito mortalemente, perse la vita il tenente Attilio Calvi, figura carismatica e amatissima della 50.a compagnia del battaglione alpini Edolo . Nell'attacco venne impegnato anche il cannone «149 G», ribattezzato l'ippopotamo, piazzato al Passo Venerocolo e ancora oggi nella sua postazione di Cresta Croce, a 3276 metri. Senza dimenticare i fratelli Antonio e Piero Leidi di Bergamo, il primo tra i conquistatori dell'Albiolo sopra il Tonale, entrambi sotto tenenti, pluridecorati, impegnati sempre nella vasta area dell'Adamello tra il Lago scuro e il Castellaccio. Un'impresa che sbloccherà la situazione nei primi giorni di maggio con il ripiegamento degli austriaci e con le truppe italiane che ebbero via libera in Val di Genova. Massimo Sonzogni
Aprile 1916, 100 anni fa esatti, gli alpini scrissero, tra mille sacrifici e sofferenze, una pagina importante della Prima Guerra mondiale ad alta quota, quella della «Guerra bianca» in Adamello. Le «Penne nere bergamasche» con il capitano Nino Calvi, comandante del battaglione sciatori Garibaldi, il fratello tenente Attilio di Piazza Brembana e il capitano Gennaro Sora di Foresto Sparso, soltanto per citare i nomi più conosciuti, furono tra i protagonisti di giornate storiche. Imprese belliche e alpinistiche, tra freddo, tormente e gli austriaci da sconfiggere a quote ben oltre i 3mila metri. La prima importante azione la mattina del 12 aprile 1916 quando gli alpini, partiti durante la notte dal Rifugio Garibaldi al comando del capitano Nino Calvi, conquistarono la linea austriaca Lobbia Alta-Cresta Croce-Dosson di Genova-Monte Fumo. Dopo due settimane destinate al consolidamento delle posizioni, il 29 e 30 aprile venne attaccata la più orientale delle linee di difesa austriache, la cresta Crozzon di Fargorida-Crozzon di Lares-Passo di Cavento. Fu in questa seconda azione che, ferito mortalemente, perse la vita il tenente Attilio Calvi, figura carismatica e amatissima della 50.a compagnia del battaglione alpini Edolo . Nell'attacco venne impegnato anche il cannone «149 G», ribattezzato l'ippopotamo, piazzato al Passo Venerocolo e ancora oggi nella sua postazione di Cresta Croce, a 3276 metri. Senza dimenticare i fratelli Antonio e Piero Leidi di Bergamo, il primo tra i conquistatori dell'Albiolo sopra il Tonale, entrambi sotto tenenti, pluridecorati, impegnati sempre nella vasta area dell'Adamello tra il Lago scuro e il Castellaccio. Un'impresa che sbloccherà la situazione nei primi giorni di maggio con il ripiegamento degli austriaci e con le truppe italiane che ebbero via libera in Val di Genova. Massimo Sonzogni