Erano quasi un migliaio nell'affollata parrocchiale di Grassobbio per dare l'ultimo saluto a Gerard Dade, il ragazzo di 13 anni deceduto giovedì in ospedale dopo essersi sentito male martedì pomeriggio mentre correva in strada insieme agli amici. Sul feretro la maglia, i pantaloncini e i guantoni da portiere dei Giovanissimi Csi 2003 dell'Unione Sportiva Oratorio Grassobbio, la squadra in cui giocava il piccolo Gerard, grande appassionato di calcio. A celebrare le esequie il parroco don Emanuele Beghini con il direttore dell'ufficio pastorale età evolutiva don Emanuele Poletti: c'erano tutti gli alunni della scuola media di Grassobbio, i compagni di squadra, gli allenatori e ovviamente i suoi cari. Il papà, arrivato mercoledì dal Togo paese di provenienza della sua famiglia, la mamma e le due sorelle: grande partecipazione anche da parte della comunità africana. In seguito al riscontro diagnostico effettuato nei giorni scorsi, era arrivato il nulla osta dalla Procura per la sepoltura non ritenendo necessaria l'autopsia. La camera ardente era stata allestita nell'antico Santuario dell'Assunta a due passi dalla Chiesa Parrocchiale, con un via vai continuo di persone, di familiari ma anche di moltissimi ragazzi e genitori che ne hanno tracciato il ricordo con tanti bigliettini.
Erano quasi un migliaio nell'affollata parrocchiale di Grassobbio per dare l'ultimo saluto a Gerard Dade, il ragazzo di 13 anni deceduto giovedì in ospedale dopo essersi sentito male martedì pomeriggio mentre correva in strada insieme agli amici. Sul feretro la maglia, i pantaloncini e i guantoni da portiere dei Giovanissimi Csi 2003 dell'Unione Sportiva Oratorio Grassobbio, la squadra in cui giocava il piccolo Gerard, grande appassionato di calcio. A celebrare le esequie il parroco don Emanuele Beghini con il direttore dell'ufficio pastorale età evolutiva don Emanuele Poletti: c'erano tutti gli alunni della scuola media di Grassobbio, i compagni di squadra, gli allenatori e ovviamente i suoi cari. Il papà, arrivato mercoledì dal Togo paese di provenienza della sua famiglia, la mamma e le due sorelle: grande partecipazione anche da parte della comunità africana. In seguito al riscontro diagnostico effettuato nei giorni scorsi, era arrivato il nulla osta dalla Procura per la sepoltura non ritenendo necessaria l'autopsia. La camera ardente era stata allestita nell'antico Santuario dell'Assunta a due passi dalla Chiesa Parrocchiale, con un via vai continuo di persone, di familiari ma anche di moltissimi ragazzi e genitori che ne hanno tracciato il ricordo con tanti bigliettini.