In piena febbre da Giro d'Italia la Granfondo Felice Gimondi ha fatto ancora il botto. Più di quattromila alla partenza, alle 7 in punto da via Marzabotto. Si tratta del record assoluto di iscritti a quella che ormai è diventata una classica. Un serpentone rosa, colore della maglia celebrativa quest'anno dedicata alle grandi imprese di Felice Gimondi al Giro d'Italia, è partito regalando alla città il solito colpo d'occhio da brividi. Con Felice, tre volte vincitore di quel Giro che ha corso 14 volte, schierato in prima fila. Dopo 4h40' di gara dei 162,1 km del percorso lungo finale allo sprint ma con sorpresa. Vince Andrea Gallo, 30enne astigiano appassionato di ingegneria, davanti a Enrico Zen e al belga Frederic Glorieux, Ma dopo l'arrivo Gallo viene squalificato per aver violato il regolamento. Il sistema elettronico che gestisce l'evento ha rivelato che Gallo risultava partito in una griglia più avanzata rispetto al suo pettorale. Furbata che gli è costata la vittoria, assegnata al secondo arrivato Enrico Zen.
In piena febbre da Giro d'Italia la Granfondo Felice Gimondi ha fatto ancora il botto. Più di quattromila alla partenza, alle 7 in punto da via Marzabotto. Si tratta del record assoluto di iscritti a quella che ormai è diventata una classica. Un serpentone rosa, colore della maglia celebrativa quest'anno dedicata alle grandi imprese di Felice Gimondi al Giro d'Italia, è partito regalando alla città il solito colpo d'occhio da brividi. Con Felice, tre volte vincitore di quel Giro che ha corso 14 volte, schierato in prima fila. Dopo 4h40' di gara dei 162,1 km del percorso lungo finale allo sprint ma con sorpresa. Vince Andrea Gallo, 30enne astigiano appassionato di ingegneria, davanti a Enrico Zen e al belga Frederic Glorieux, Ma dopo l'arrivo Gallo viene squalificato per aver violato il regolamento. Il sistema elettronico che gestisce l'evento ha rivelato che Gallo risultava partito in una griglia più avanzata rispetto al suo pettorale. Furbata che gli è costata la vittoria, assegnata al secondo arrivato Enrico Zen.