-Incontro interlocutorio, ma comunque significativo, quello di oggi tra i sindacati e il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda sulla vicenda Italcementi. Il ministro ha infatti ribadito l'importanza di rivedere il Piano industriale presentato da Heidelberg Cement. «La nota positiva è sicuramente il rinnovato impegno del Governo nel seguire questa difficile vertenza e nel salvaguardare i livelli occupazionali di Italcementi - hanno sottolineato i sindacati - Italcementi ha presentato l'ipotesi di Piano sociale siglato il 20 maggio scorso che - come hanno ribadito i sindacati - non ha nulla a che vedere con il Piano industriale che va assolutamente rivisto. In particolare è necessario incrementare gli organici al Centro di ricerca poiché esso diventerà il punto di riferimento mondiale e prolungare i termini della Cassa integrazione. È necessario, inoltre, che a Bergamo si costituisca un satellite di Heidelberg dal quale far partire i tecnici a supporto di tutta l'area del Mediterraneo e che siano mantenuti inalterati tutti i siti produttivi presenti oggi in Italia almeno sino al 2020».
-Incontro interlocutorio, ma comunque significativo, quello di oggi tra i sindacati e il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda sulla vicenda Italcementi. Il ministro ha infatti ribadito l'importanza di rivedere il Piano industriale presentato da Heidelberg Cement. «La nota positiva è sicuramente il rinnovato impegno del Governo nel seguire questa difficile vertenza e nel salvaguardare i livelli occupazionali di Italcementi - hanno sottolineato i sindacati - Italcementi ha presentato l'ipotesi di Piano sociale siglato il 20 maggio scorso che - come hanno ribadito i sindacati - non ha nulla a che vedere con il Piano industriale che va assolutamente rivisto. In particolare è necessario incrementare gli organici al Centro di ricerca poiché esso diventerà il punto di riferimento mondiale e prolungare i termini della Cassa integrazione. È necessario, inoltre, che a Bergamo si costituisca un satellite di Heidelberg dal quale far partire i tecnici a supporto di tutta l'area del Mediterraneo e che siano mantenuti inalterati tutti i siti produttivi presenti oggi in Italia almeno sino al 2020».