-Erano in sette, si spacciavano per carabinieri e sono responsabili di 82 tra furti, rapine in abitazione e truffe ai danni di anziani. I colpi sono stati messi a segno nelle provincie di Pavia, Cremona, Lodi, Piacenza, Milano, Bergamo e Brescia. Sono finiti in manette e secondo l'accusa, si qualificavano come carabinieri, esibendo falsi distintivi e fingevano di essere intervenuti per cercare dei ladri, che pure alle volte arrestavano, ma si trattava di complici. Nel frattempo arraffavano preziosi e denaro contante per poi fuggire a bordo di autovetture di grossa cilindrata con targhe false e tanto di lampeggianti e sirene in uso alle forze dell'ordine. Non disdegnavano, però anche i furti nelle abitazioni. Dopo aver fatto accurati sopralluoghi agivano con mazze di ferro, grosse cesoie e flessibili. Se scoperti, non avevano scrupoli nel minacciare le vittime, anche utilizzando spray urticante, immobilizzandole per poi svaligiare comunque le loro case, spesso isolate. I carabinieri di Pavia, coordinati dal pm Paolo Mazza e dal procuratore Mario Venditti, li hanno arrestati, si tratta di persone di etnia Sinti e albanesi. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate, furti aggravati, ricettazione ed utilizzo di distintivi contraffatti. Le indagini hanno consentito di accertare, tra rapine e furti, almeno 82 episodi, con più colpi in una giornata, arrivando a ricavare anche 50mila euro. Nel corso delle perquisizioni sono state trovate ricetrasmittenti e altro materiale. Sono tuttora in corso accertamenti su numerosi altri episodi in Lombardia ed Emilia Romagna.
-Erano in sette, si spacciavano per carabinieri e sono responsabili di 82 tra furti, rapine in abitazione e truffe ai danni di anziani. I colpi sono stati messi a segno nelle provincie di Pavia, Cremona, Lodi, Piacenza, Milano, Bergamo e Brescia. Sono finiti in manette e secondo l'accusa, si qualificavano come carabinieri, esibendo falsi distintivi e fingevano di essere intervenuti per cercare dei ladri, che pure alle volte arrestavano, ma si trattava di complici. Nel frattempo arraffavano preziosi e denaro contante per poi fuggire a bordo di autovetture di grossa cilindrata con targhe false e tanto di lampeggianti e sirene in uso alle forze dell'ordine. Non disdegnavano, però anche i furti nelle abitazioni. Dopo aver fatto accurati sopralluoghi agivano con mazze di ferro, grosse cesoie e flessibili. Se scoperti, non avevano scrupoli nel minacciare le vittime, anche utilizzando spray urticante, immobilizzandole per poi svaligiare comunque le loro case, spesso isolate. I carabinieri di Pavia, coordinati dal pm Paolo Mazza e dal procuratore Mario Venditti, li hanno arrestati, si tratta di persone di etnia Sinti e albanesi. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate, furti aggravati, ricettazione ed utilizzo di distintivi contraffatti. Le indagini hanno consentito di accertare, tra rapine e furti, almeno 82 episodi, con più colpi in una giornata, arrivando a ricavare anche 50mila euro. Nel corso delle perquisizioni sono state trovate ricetrasmittenti e altro materiale. Sono tuttora in corso accertamenti su numerosi altri episodi in Lombardia ed Emilia Romagna.