Sono tre i bergamaschi coinvolti nell'operazione "Factotum" della Guardia di Finanza di Gallarate che ha smantellato un'importante attività illecita fatta di false dichiarazioni fiscali, false fatturazioni e riciclaggio. Tutto ruotava attorno alla figura di un commercialista del Gallaratese, che operava, oltre che nella provincia di Varese, in quelle di Bergamo e Brescia. L'indagine, coordinata dalla Procura di Busto Arsizio, ha coinvolto ben 17 persone, a vario titolo parte dell'attività. Nel corso di una verifica fiscale nello studio del professionista, erano state rilevate importanti irregolarità: da qui è partita l'indagine, che ha consentito di scoprire che il commercialista, sfruttando le sue conoscenze in ambito tributario, oltre a riuscire ad abbattere il proprio reddito mediante fatture false, aveva ideato un complesso sistema di frode. L'uomo ideava per i clienti metodi 'su misura' per evitare loro di versare imposte al Fisco fornendo fatture false e modelli F24 con dati alterati. L'indagine si è quindi estesa alle imprese la cui contabilità era gestita dal commercialista. Tre di queste erano amministrate da soggetti residenti rispettivamente nella zona di Seriate, di Costa Volpino e di Treviglio. Nei primi due casi è stato disposto l'obbligo di dimora, mentre l'amministratore residente nella Bassa è stato posto agli arresti domiciliari. L'operazione ha consentito anche il recupero di oltre 25 milioni di euro di imponibile sottratti alle Imposte Dirette, oltre a 4 milioni e mezzo di IVA non versata e 8 milioni di falsi crediti. Nono solo: sono stati scoperti 1500 lavoratori irregolari, e sequestrati beni immobili, auto e quote societarie per circa 2 milioni di euro.
Sono tre i bergamaschi coinvolti nell'operazione "Factotum" della Guardia di Finanza di Gallarate che ha smantellato un'importante attività illecita fatta di false dichiarazioni fiscali, false fatturazioni e riciclaggio. Tutto ruotava attorno alla figura di un commercialista del Gallaratese, che operava, oltre che nella provincia di Varese, in quelle di Bergamo e Brescia. L'indagine, coordinata dalla Procura di Busto Arsizio, ha coinvolto ben 17 persone, a vario titolo parte dell'attività. Nel corso di una verifica fiscale nello studio del professionista, erano state rilevate importanti irregolarità: da qui è partita l'indagine, che ha consentito di scoprire che il commercialista, sfruttando le sue conoscenze in ambito tributario, oltre a riuscire ad abbattere il proprio reddito mediante fatture false, aveva ideato un complesso sistema di frode. L'uomo ideava per i clienti metodi 'su misura' per evitare loro di versare imposte al Fisco fornendo fatture false e modelli F24 con dati alterati. L'indagine si è quindi estesa alle imprese la cui contabilità era gestita dal commercialista. Tre di queste erano amministrate da soggetti residenti rispettivamente nella zona di Seriate, di Costa Volpino e di Treviglio. Nei primi due casi è stato disposto l'obbligo di dimora, mentre l'amministratore residente nella Bassa è stato posto agli arresti domiciliari. L'operazione ha consentito anche il recupero di oltre 25 milioni di euro di imponibile sottratti alle Imposte Dirette, oltre a 4 milioni e mezzo di IVA non versata e 8 milioni di falsi crediti. Nono solo: sono stati scoperti 1500 lavoratori irregolari, e sequestrati beni immobili, auto e quote societarie per circa 2 milioni di euro.