-«Così a naso Bergamo andrà in dissesto». Secco, senza giri di parole, il presidente della Provincia Matteo Rossi ha replicato all'onorevole e compagno di partito Antonio Misiani sul futuro degli enti locali. Il deputato del Pd è infatti il relatore del decreto legge sugli enti locali. Nel confronto parlamentare è stato dato il via libera a 99 modifiche, che però sembrano non piacere agli amministratori bergamaschi. Tra queste ad esempio la rideterminazione delle sanzioni del patto di stabilità interno per i comuni con una riduzione, dal 100% al 30% dello sforamento, della sanzione economica dalla quale verranno scomputate le spese per l'edilizia scolastica. E poi il piano straordinario di assunzioni nelle scuole dell'infanzia e negli asilo nido riguarderà anche i comuni che non hanno rispettato il patto nel 2015. Ma anche l'attribuzione diretta alle province di 100 milioni per la manutenzione delle strade e 48 milioni aggiuntivi per le funzioni fondamentali. Uno stanziamento di 136 milioni nel triennio 2016-2018 per i comuni che estingueranno anticipatamente i mutui con la Cassa depositi e prestiti e altro ancora. Ma se Misiani, pur rimanendo irrisolti alcuni nodi, si dice soddisfatto del lavoro fatto non pare esserlo il presidente della Provincia Matteo Rossi. «Spiegherò ai genitori degli studenti che rischiano di stare al freddo a scuola e che ci considerate una minoranza. Noi siamo stanchi, anzi, ci siamo proprio rotti di chiedere per piacere e in ginocchio le cose elementari per dare ai bergamaschi il minimo indispensabile - ha risposto - che poi è quello che ci chiedete di fare con le leggi che votate». E Anche Sergio Gandi, vicesindaco di Bergamo, commenta duramente: «Per l'ennesima volta i comuni virtuosi che il Patto l'hanno rispettato non sono premiati, ma anzi lo sono i comuni non virtuosi. In più, gli stessi comuni virtuosi non possono assumere. Questo decreto non è utile al nostro Comune. Quest'anno proporrò di non rispettare gli equilibri finali, tanto non succede mai nulla».
-«Così a naso Bergamo andrà in dissesto». Secco, senza giri di parole, il presidente della Provincia Matteo Rossi ha replicato all'onorevole e compagno di partito Antonio Misiani sul futuro degli enti locali. Il deputato del Pd è infatti il relatore del decreto legge sugli enti locali. Nel confronto parlamentare è stato dato il via libera a 99 modifiche, che però sembrano non piacere agli amministratori bergamaschi. Tra queste ad esempio la rideterminazione delle sanzioni del patto di stabilità interno per i comuni con una riduzione, dal 100% al 30% dello sforamento, della sanzione economica dalla quale verranno scomputate le spese per l'edilizia scolastica. E poi il piano straordinario di assunzioni nelle scuole dell'infanzia e negli asilo nido riguarderà anche i comuni che non hanno rispettato il patto nel 2015. Ma anche l'attribuzione diretta alle province di 100 milioni per la manutenzione delle strade e 48 milioni aggiuntivi per le funzioni fondamentali. Uno stanziamento di 136 milioni nel triennio 2016-2018 per i comuni che estingueranno anticipatamente i mutui con la Cassa depositi e prestiti e altro ancora. Ma se Misiani, pur rimanendo irrisolti alcuni nodi, si dice soddisfatto del lavoro fatto non pare esserlo il presidente della Provincia Matteo Rossi. «Spiegherò ai genitori degli studenti che rischiano di stare al freddo a scuola e che ci considerate una minoranza. Noi siamo stanchi, anzi, ci siamo proprio rotti di chiedere per piacere e in ginocchio le cose elementari per dare ai bergamaschi il minimo indispensabile - ha risposto - che poi è quello che ci chiedete di fare con le leggi che votate». E Anche Sergio Gandi, vicesindaco di Bergamo, commenta duramente: «Per l'ennesima volta i comuni virtuosi che il Patto l'hanno rispettato non sono premiati, ma anzi lo sono i comuni non virtuosi. In più, gli stessi comuni virtuosi non possono assumere. Questo decreto non è utile al nostro Comune. Quest'anno proporrò di non rispettare gli equilibri finali, tanto non succede mai nulla».