L’accusa è di aver gonfiato le dimensioni di alcuni cantieri edili, quattro dei quali in provincia di Bergamo. Dieci imprenditori, titolari di numerose società operanti nel settore edilizio e della commercializzazione di rottami delle province di Milano, Monza, Brescia e Bergamo, sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Seregno per frode fiscale connessa alla registrazione e all’emissione di fatture false per circa dodici milioni di euro (con 1,3 milioni di imposte evase). Con queste fatture gli indagati alteravano la reale dimensione di cantieri edili, talvolta inesistenti, per giustificare l’acquisizione di tonnellate di rottami metallici. L’inchiesta è partita da alcune verifiche effettuate nella sede di una società che rivende rottami a Desio, dove è stata accertata una serie di operazioni di acquisto sospette, documentate da fatture emesse da numerose imprese con sedi operative nelle province di Milano, Brescia e Bergamo. In particolare una a Mozzo, una a San Paolo d'Argon, una a Sarnico e una a Torre Boldone. Svolte le indagini sui singoli cantieri dai quali sarebbe stato recuperato il materiale di risulta, è merso che in alcuni casi i cantieri dichiarati dalle società fornitrici dei rottami all’impresa erano inesistenti, in altri casi sottodimensionati rispetto al volume del materiale di risulta e in altri ancora le società venditrici erano diverse da quelle autorizzate allo smaltimento. Da verificare ora se i cantieri in oggetto fossero a conoscenza del giro di fatturazioni gonfiate oppure ne fossero all'oscuro.
L’accusa è di aver gonfiato le dimensioni di alcuni cantieri edili, quattro dei quali in provincia di Bergamo. Dieci imprenditori, titolari di numerose società operanti nel settore edilizio e della commercializzazione di rottami delle province di Milano, Monza, Brescia e Bergamo, sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Seregno per frode fiscale connessa alla registrazione e all’emissione di fatture false per circa dodici milioni di euro (con 1,3 milioni di imposte evase). Con queste fatture gli indagati alteravano la reale dimensione di cantieri edili, talvolta inesistenti, per giustificare l’acquisizione di tonnellate di rottami metallici. L’inchiesta è partita da alcune verifiche effettuate nella sede di una società che rivende rottami a Desio, dove è stata accertata una serie di operazioni di acquisto sospette, documentate da fatture emesse da numerose imprese con sedi operative nelle province di Milano, Brescia e Bergamo. In particolare una a Mozzo, una a San Paolo d'Argon, una a Sarnico e una a Torre Boldone. Svolte le indagini sui singoli cantieri dai quali sarebbe stato recuperato il materiale di risulta, è merso che in alcuni casi i cantieri dichiarati dalle società fornitrici dei rottami all’impresa erano inesistenti, in altri casi sottodimensionati rispetto al volume del materiale di risulta e in altri ancora le società venditrici erano diverse da quelle autorizzate allo smaltimento. Da verificare ora se i cantieri in oggetto fossero a conoscenza del giro di fatturazioni gonfiate oppure ne fossero all'oscuro.