Un vero e proprio election day.
E' quello che si annuncia per il prossimo 9 giugno 2024, in cui i bergamaschi andranno al voto sia per le Europee, sia per presidenti e consigli provinciali, che torneranno ad essere prerogativa del voto popolare.
«Siamo a buon punto» ha affermato la senatrice Daisy Pirovano, della Lega, relatrice del provvedimento in Commissione Affari Costituzionali. La legge dovrebbe andare in aula in autunno, per essere pronti per il nuovo anno.
Un punto fermo della proposta è l'abbassamento del quorum dal 50 al 40%: basta cioè che uno dei candidati prenda il 40,01% per vincere, senza andare al ballottaggio. Una soglia che il governo ha provato a introdurre anche per i Comuni, ma che per ora è stata «stoppata».
Tra i nodi invece c'è da chiarire con quale sistema elettorale le Province torneranno al voto.
Attualmente il testo di legge prevede un proporzionale con le preferenze e i collegi subprovinciali (che andrebbero creati ex novo). Ma alcuni emendamenti chiedono il metodo uninominale o il ritorno al cosiddetto «Provincellum», con i vecchi collegi provinciali.
Per quanto riguarda i costi, invece, dalle stime servirebbero circa 250 milioni di euro per l'elezione diretta di presidenti e consiglieri provinciali, nonché di sindaci e consigli metropolitani, visto che il «pacchetto» comprende anche le città metropolitane.
Un vero e proprio election day.
E' quello che si annuncia per il prossimo 9 giugno 2024, in cui i bergamaschi andranno al voto sia per le Europee, sia per presidenti e consigli provinciali, che torneranno ad essere prerogativa del voto popolare.
«Siamo a buon punto» ha affermato la senatrice Daisy Pirovano, della Lega, relatrice del provvedimento in Commissione Affari Costituzionali. La legge dovrebbe andare in aula in autunno, per essere pronti per il nuovo anno.
Un punto fermo della proposta è l'abbassamento del quorum dal 50 al 40%: basta cioè che uno dei candidati prenda il 40,01% per vincere, senza andare al ballottaggio. Una soglia che il governo ha provato a introdurre anche per i Comuni, ma che per ora è stata «stoppata».
Tra i nodi invece c'è da chiarire con quale sistema elettorale le Province torneranno al voto.
Attualmente il testo di legge prevede un proporzionale con le preferenze e i collegi subprovinciali (che andrebbero creati ex novo). Ma alcuni emendamenti chiedono il metodo uninominale o il ritorno al cosiddetto «Provincellum», con i vecchi collegi provinciali.
Per quanto riguarda i costi, invece, dalle stime servirebbero circa 250 milioni di euro per l'elezione diretta di presidenti e consiglieri provinciali, nonché di sindaci e consigli metropolitani, visto che il «pacchetto» comprende anche le città metropolitane.