Cambia la legge sui fallimenti. Le nuove norme sono state presentate al teatro Sociale in un convegno organizzato dall'Ordine dei Commercialisti di Bergamo. Molto cambierà soprattutto per le imprese, ma ci sono novità che riguardano anche i semplici cittadini. Non si parlerà più di "fallimento", ma di "liquidazione giudiziale". Comincia dalle parole la riforma delle norme che disciplinano le crisi delle imprese e l'insolvenza. Un pacchetto di misure, entrate in vigore lo scorso 16 marzo, destinate ad avere un impatto significativo sorprattutto sulle piccole e medie imprese. L'obiettivo della riforma è, secondo i suoi estensori, "intercettare la crisi prima che diventi irreversibile e porti al fallimento". Tutto ciò che è previsto dalla nuova legge, che sostituisce quella in vigore da 77 anni, diventerà progressivamente esecutivo entro l'agosto 2020. Tra le tante novità, l'introduzione in aziende il cui fatturato raggiunge i 2 milioni di euro o che hanno almeno dieci dipendenti, di revisori che controllino lo stato di salute dell'impresa, per poter prevenire situazioni di crisi irreversibili, come quelle che si sono verificate nello scorso decennio. Una novità riguarda però anche i comuni cittadini intenzionati ad acquistare un immobile ancora in via di costruzione, "sulla carta". La riforma prevede che il preliminare, e qualsiasi atto che debba portare al futuro acquisto dell'immobile debbano essere stipulati con un atto pubblico notarile, o comunque autenticati da un notaio. Questa misura è pensata per porre fine alla "finte fideiussioni" che venivano versate da alcune imprese a garanzia dell'acquirente che, in caso di fallimento dell'impresa, si trovava spesso senza casa e senza soldi.
Cambia la legge sui fallimenti. Le nuove norme sono state presentate al teatro Sociale in un convegno organizzato dall'Ordine dei Commercialisti di Bergamo. Molto cambierà soprattutto per le imprese, ma ci sono novità che riguardano anche i semplici cittadini. Non si parlerà più di "fallimento", ma di "liquidazione giudiziale". Comincia dalle parole la riforma delle norme che disciplinano le crisi delle imprese e l'insolvenza. Un pacchetto di misure, entrate in vigore lo scorso 16 marzo, destinate ad avere un impatto significativo sorprattutto sulle piccole e medie imprese. L'obiettivo della riforma è, secondo i suoi estensori, "intercettare la crisi prima che diventi irreversibile e porti al fallimento". Tutto ciò che è previsto dalla nuova legge, che sostituisce quella in vigore da 77 anni, diventerà progressivamente esecutivo entro l'agosto 2020. Tra le tante novità, l'introduzione in aziende il cui fatturato raggiunge i 2 milioni di euro o che hanno almeno dieci dipendenti, di revisori che controllino lo stato di salute dell'impresa, per poter prevenire situazioni di crisi irreversibili, come quelle che si sono verificate nello scorso decennio. Una novità riguarda però anche i comuni cittadini intenzionati ad acquistare un immobile ancora in via di costruzione, "sulla carta". La riforma prevede che il preliminare, e qualsiasi atto che debba portare al futuro acquisto dell'immobile debbano essere stipulati con un atto pubblico notarile, o comunque autenticati da un notaio. Questa misura è pensata per porre fine alla "finte fideiussioni" che venivano versate da alcune imprese a garanzia dell'acquirente che, in caso di fallimento dell'impresa, si trovava spesso senza casa e senza soldi.