TRIBUNALE DI BERGAMO- Una versione dei fatti singolare quella sostenuta durante il processo da un 60enne di Sedrina che nei giorni scorsi era stato arrestato dai carabinieri per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. Dalla perquisizione del suo appartamento di Botta, i carabinieri di Zogno hanno sequestrato 4 grammi di eroina e 40 di marijuana oltre ad alcune siringhe che l'uomo ha consegnato spontaneamente. Il 60enne ha sostenuto che la droga la usasse a fini personali come unica soluzione per allieviare i lancinanti dolori dell'artrite reumatoide di cui soffre da tempo. Per giustificare il via vai di giovani dalla sua abitazione, invece, ha ammesso di vendere della merce, non stupefacenti bensì vestiti griffati tarocchi, comprati a Milano e poi ceduti a conoscenti del paese e della valle. In aula, per provare questa sua attività, ha mostrato di indossare un piumino falso. Una versione che dovrà essere appurata dai militari ma che convince poco visto che in in un armadio sono state trovate altre 15 palline di una sostanza ancora da analizzare e che lui sostiene essere solo filtri usati sull'ago della siringa nel momento dell'iniezione, un bilancino di precisione e un'altro mezzo grammo di marijuana. Il giudice ha ascoltato la versione dell'imputato, confermando la leggittimità dell'arresto eseguito dai militari, ma non riscontrando pericolo di fuga o reiterazione del reato, lo ha rimesso in libertà in attesa della nuova usienza del processo fissata ad aprile.
TRIBUNALE DI BERGAMO- Una versione dei fatti singolare quella sostenuta durante il processo da un 60enne di Sedrina che nei giorni scorsi era stato arrestato dai carabinieri per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. Dalla perquisizione del suo appartamento di Botta, i carabinieri di Zogno hanno sequestrato 4 grammi di eroina e 40 di marijuana oltre ad alcune siringhe che l'uomo ha consegnato spontaneamente. Il 60enne ha sostenuto che la droga la usasse a fini personali come unica soluzione per allieviare i lancinanti dolori dell'artrite reumatoide di cui soffre da tempo. Per giustificare il via vai di giovani dalla sua abitazione, invece, ha ammesso di vendere della merce, non stupefacenti bensì vestiti griffati tarocchi, comprati a Milano e poi ceduti a conoscenti del paese e della valle. In aula, per provare questa sua attività, ha mostrato di indossare un piumino falso. Una versione che dovrà essere appurata dai militari ma che convince poco visto che in in un armadio sono state trovate altre 15 palline di una sostanza ancora da analizzare e che lui sostiene essere solo filtri usati sull'ago della siringa nel momento dell'iniezione, un bilancino di precisione e un'altro mezzo grammo di marijuana. Il giudice ha ascoltato la versione dell'imputato, confermando la leggittimità dell'arresto eseguito dai militari, ma non riscontrando pericolo di fuga o reiterazione del reato, lo ha rimesso in libertà in attesa della nuova usienza del processo fissata ad aprile.