Una notte magica nel nome del compositore bergamasco Gaetano Donizetti e del teatro a lui intitolato, uno dei simboli riconosciuti della nostra città, il tempio della lirica, che chiude i battenti sino al 2019 per i lavori di restauro. Non un addio, ma un arrivederci celebrato con tante iniziative diverse, ventitre fermate tra Piazzetta Santo Spirito e Largo Rezzara, in quello che è diventato il Donizetti da strada. Come lo spettacolo comico messo in scena da Elio e dal direttore del Donizetti Opera Festival Francesco Micheli. Come il Castello degli Invalidi, il titolo più enigmatico della produzione di Donizetti, portato in scena nella corte della Biblioteca Caversazzi dal direttore scientifico della Fondazione Donizetti Paolo Fabbri in un dialogo con l'attore bergamasco Maurizio Donadoni. E poi il gran finale con la notte a teatro, da mezzanotte alle nove del mattino. Duecento persone hanno dormito all’interno del teatro Donizetti con tanto di kit «notturno»: ciabattine, calzettoni e mascherina per gli occhi e una borsa ricordo gialla, il colore identificativo della Donizetti Night. Dalla lirica all'elettronica, il pubblico è stato accompagnato nel mondo dei sogni da otto artisti internazionali con lo Sleep Concert «La notte del campanello», ispirato alla farsa composta nel 1836 da Donizetti e organizzato dall’«Artistico Invisibile Show».
Una notte magica nel nome del compositore bergamasco Gaetano Donizetti e del teatro a lui intitolato, uno dei simboli riconosciuti della nostra città, il tempio della lirica, che chiude i battenti sino al 2019 per i lavori di restauro. Non un addio, ma un arrivederci celebrato con tante iniziative diverse, ventitre fermate tra Piazzetta Santo Spirito e Largo Rezzara, in quello che è diventato il Donizetti da strada. Come lo spettacolo comico messo in scena da Elio e dal direttore del Donizetti Opera Festival Francesco Micheli. Come il Castello degli Invalidi, il titolo più enigmatico della produzione di Donizetti, portato in scena nella corte della Biblioteca Caversazzi dal direttore scientifico della Fondazione Donizetti Paolo Fabbri in un dialogo con l'attore bergamasco Maurizio Donadoni. E poi il gran finale con la notte a teatro, da mezzanotte alle nove del mattino. Duecento persone hanno dormito all’interno del teatro Donizetti con tanto di kit «notturno»: ciabattine, calzettoni e mascherina per gli occhi e una borsa ricordo gialla, il colore identificativo della Donizetti Night. Dalla lirica all'elettronica, il pubblico è stato accompagnato nel mondo dei sogni da otto artisti internazionali con lo Sleep Concert «La notte del campanello», ispirato alla farsa composta nel 1836 da Donizetti e organizzato dall’«Artistico Invisibile Show».