Al maxicantiere per il nuovo parcheggio alla Fara in Città Alta è scattata l'oroa dei test con le microcariche, esplosioni controllate che serviranno a spaccare la roccia sotto l'ex parco faunistico su cui si basa Città Alta, Rocca compresa. Un botto percepito in un raggio di circa cento/duecento metri sotto forma di vibrazione e per non più di un secondo. L'utilizzo di esplosivi ha allertato i residenti più vicini all'area di cantiere e i genitori dell'asilo nido a due passi dal chiostro di San Francesco e dalla teleferica allestita per trasportare il materiale del cantiere. Una necessità, quella dei test con le microcariche, che era già stata ribadita dal direttore dei lavori Ferruccio Dellagiacoma durante il sopralluogo del 4 Maggio scorso con una delegazione di consiglieri comunali di Palazzo Frizzoni, per consentire di scavare la rocciua più dura dei detriti rimossi sinora, 14 mila metri cubi dei 24mila presenti di materiale inquinato portato nel 2009 per tamponare la frana di allora. L'operazione ha avuto la supervisione di Questura, Prefettura, Carabinieri e Sovrintendenza, che aveva dato il benestare sulle operazoni di rimozione del materiale di riporto veneziano non avendo riscontrato nulla di significativo dal punto di vista archeologico. E mentre il cantiere procede con le operazioni di sbancamento e consolidamento della collina, Comune e Bergamo Parcheggi sono alle prese con il procedimento aperto dall'Autorità Nazionale Anticorruzione sul cantiere della Fara a seguito di una segnalazione presentata ad agosto dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, con l'ipotesi anche di un sopralluogo: entro i primi di giugno dovranno portare la documentazione relativa al piano economico finanziario del parcheggi e ai pareri degli enti interessati.
Al maxicantiere per il nuovo parcheggio alla Fara in Città Alta è scattata l'oroa dei test con le microcariche, esplosioni controllate che serviranno a spaccare la roccia sotto l'ex parco faunistico su cui si basa Città Alta, Rocca compresa. Un botto percepito in un raggio di circa cento/duecento metri sotto forma di vibrazione e per non più di un secondo. L'utilizzo di esplosivi ha allertato i residenti più vicini all'area di cantiere e i genitori dell'asilo nido a due passi dal chiostro di San Francesco e dalla teleferica allestita per trasportare il materiale del cantiere. Una necessità, quella dei test con le microcariche, che era già stata ribadita dal direttore dei lavori Ferruccio Dellagiacoma durante il sopralluogo del 4 Maggio scorso con una delegazione di consiglieri comunali di Palazzo Frizzoni, per consentire di scavare la rocciua più dura dei detriti rimossi sinora, 14 mila metri cubi dei 24mila presenti di materiale inquinato portato nel 2009 per tamponare la frana di allora. L'operazione ha avuto la supervisione di Questura, Prefettura, Carabinieri e Sovrintendenza, che aveva dato il benestare sulle operazoni di rimozione del materiale di riporto veneziano non avendo riscontrato nulla di significativo dal punto di vista archeologico. E mentre il cantiere procede con le operazioni di sbancamento e consolidamento della collina, Comune e Bergamo Parcheggi sono alle prese con il procedimento aperto dall'Autorità Nazionale Anticorruzione sul cantiere della Fara a seguito di una segnalazione presentata ad agosto dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, con l'ipotesi anche di un sopralluogo: entro i primi di giugno dovranno portare la documentazione relativa al piano economico finanziario del parcheggi e ai pareri degli enti interessati.